venerdì 26 dicembre 2014

Recensione: Il segreto della collana di perle

“Passi. Pesanti. Lenti. Decisi. Proprio come lui. Passi lungo il corridoio, che impediscono alla domestica di arrivare prima di lui. La porta che si apre. Chiudi gli occhi, dice la vocina nella testa di Louisa, mentre lei fa scivolare il blocco da disegno sotto il cuscino. Fai finta di dormire. È dunque questo, quel che deve fare una sposa, il mattino dopo? Ora avverte il suo respiro, sa di tabacco. Lo sente inginocchiarsi accanto al suo letto mentre la pioggia primaverile picchietta dolcemente contro i vetri, là fuori”. (prime righe del libro)

AUTRICE: Jane Corry (traduzione di Stefania Di Natale)
EDITO DA: Newton Compton editori
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2012
ACQUISTATO DA: Autogrill vicino a Firenze
GENERE: Romanzo, Drammatico, Storia
NUMERO DI PAGINE: 428
COSTO: € 5,90

Qualche informazione sull’autrice
Jane Corry è una scrittrice inglese. Si è laureata in lettere, ed è sempre stata affascinata dalla storia. Fin da piccola si è nutrita dei racconti riguardanti il passato della sua famiglia. Jane ha pubblicato molti libri sotto vari pseudonimi, ma questo è il suo primo romanzo storico.  Collabora con diversi giornali inglesi, tra cui il “Times” e il “Daily Telegraph”.

Trama
Caroline riceve in eredità una collana di perle, un dono che si tramanda da generazioni tra le donne della sua famiglia. Decisa a staccare la spina per un po’, per lasciarsi alle spalle la crisi che sta vivendo con il marito, si rifugia in una casa sul mare. Qui, immersa nella pace e nella tranquillità, inizia a fare ricerche per ricostruire la storia delle sue antenate. Grazie ai diari di nonna Rose e alle lettere private di sua madre Helen, Caroline scopre vicende femminili molto diverse tra loro eppure segnate da errori e difficoltà comuni, soprattutto nelle relazioni sentimentali. Le vite delle tre donne sono legate da un filo rosso, la collana di perle. Riuscirà Caroline a sottrarsi a un destino che sembra già segnato?

copertina libro il segreto della collana di perle
Opinioni
Di questo libro ho apprezzato il genere storico, ma non mi è piaciuto come Jane Corry sviluppa la vicenda. L’autrice conosce a fondo la storia passata, tanto che sembra di sprofondare nell’epoca che ci viene raccontata con dovizia di particolari. Il volume, infatti, si snoda per un secolo, dagli inizi del Novecento ai giorni nostri. C’è un’alternanza di capitoli: l’autrice ci fa conoscere tre donne, Rose, Helen e Caroline, e ci riporta continuamente avanti ed indietro nel tempo, facendoci conoscere le loro vite, le loro abitudini e i loro pensieri. Ne escono tre profili totalmente diversi, ma legati da un fil rouge, una collana di perle, che si tramanda da generazione in generazione e che Rose ha donato a sua figlia Helen e quest’ultima ha lasciato a Caroline. Su questa base interessante, l’autrice ci racconta una storia che però fatica a convincermi. Sicuramente lenta e a tratti noiosa, mi è sembrata anche un po’ inquietante e cupa: sono di più i funerali e le lacrime che le nascite e i sorrisi. Se siete giù di morale, questo libro non fa sicuramente per voi! La fine non mi è piaciuta, ha preso una direzione irreale che proprio non ha nulla a che fare con il resto del libro!

Il mio voto

A CHI LO SUGGERISCO?
-A lettori adulti ma non necessariamente esperti.
-A chi piace la storia e i salti indietro nel tempo.

DA LEGGERE.. solo se non siete ipocondriaci!


martedì 16 dicembre 2014

Recensione: La verità sul caso Harry Quebert

Il giorno della scomparsa (sabato 30 agosto 1975)
“Centrale di polizia, qual è il suo problema?”
“Mi chiamo Deborah Cooper, abito in Side Creek Lane. Credo di avere appena visto una ragazza inseguita da un uomo nella foresta.”
“Cos’è successo esattamente?”
“Non lo so! Ero affacciata alla finestra, stavo guardando verso la foresta, e a un certo punto ho visto questa ragazza correre in mezzo agli alberi. Dietro di lei c’era un uomo… Credo che stesse cercando di sfuggirgli”. (prime righe del libro).

AUTORE: Joël Dicker (traduzione di Vincenzo Vega)
EDITO DA: Bompiani
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2012
ACQUISTATO DA: libreria in un ipermercato Coop
GENERE: Giallo, Mistero, Romanzo
NUMERO DI PAGINE: 775
COSTO: € 14,00

Qualche informazione sull’autore
Joël Dicker è nato a Ginevra nel 1985. La verità sul caso Harry Quebert è il suo secondo romanzo. Ha ottenuto il Grand Prix du roman de l’Académie Française 2012 e il Prix Goncourt des lycéens 2012. Il libro è in corso di traduzione in oltre 25 paesi.

Trama
Estate 1975. Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni, scompare misteriosamente nella tranquilla cittadina di Aurora, New Hampshire. Le ricerche della polizia non danno alcun esito. Primavera 2008, New York. Marcus Goldman, giovane scrittore di successo, sta vivendo uno dei rischi del mestiere: è bloccato, non riesce a scrivere una sola riga del romanzo che da lì a poco dovrebbe consegnare al suo editore. Ma accadde qualcosa di imprevisto: Harry Quebert, uno degli scrittori più stimati d’America, viene accusato di aver ucciso Nola Kellergan. Il cadavere della ragazza viene infatti ritrovato nel giardino della sua villa a Goose Cove. Marcus Goldman abbandona tutto e va nel New Hampshire per condurre la sua personale inchiesta. Dopo oltre trent’anni, deve dare risposta a una domanda: chi ha ucciso Nola? E, naturalmente, scrivere un romanzo di grande successo.

copertina libro La verità sul caso Harry Quebert
Opinioni
Credo che questo sia il mio libro dell’anno!! Non esagero se dico che ne ho completato la lettura in poco più di una settimana (ricordo che il libro ha 775 pagine). Nonostante fosse il secondo romanzo di Joël Dicker, non conoscevo questo giovane autore, e ne sono rimasta particolarmente colpita. Mi piace molto il suo stile di scrittura, è pulito, lineare, chiaro.
Il libro è un giallo con la G maiuscola: ti rapisce, è difficile da smettere di leggere! Una volta chiuso, continui a rimurginare per capire quale potrebbe essere la soluzione al mistero. Il volume fa dei salti temporali: ci porta continuamente avanti e indietro nel tempo, passando da Aurora nel 2008 a quella del 1975. L’autore, in questo modo, ci fa conoscere i vari personaggi: è solo continuando nella lettura che si ha un quadro completo di questi. Dicker ne fa una descrizione talmente accurata che ad un certo punto ci si dimentica che si sta leggendo un romanzo: sembra che la storia sia realmente accaduta e che i personaggi siano reali.

Un’altra cosa che mi ha molto colpita è il fatto che fino alla fine non sia possibile districarsi nel mistero e quindi la lettura diventa entusiasmante: appena si risolve una questione, se ne apre un’altra, in un via vai di colpi di scena serrati.

Ho apprezzato molto anche il fatto che non sia rimasto nulla in sospeso: spesso, nei romanzi gialli così intricati e lunghi, alla fine qualcosa sfugge all’autore e non si risolvono pienamente alcuni misteri minori, problematica che non ho riscontrato in questo stupendo romanzo.

Ne sono rimasta affascinata: leggetelo, leggetelo, leggetelo!

Il mio voto

A CHI LO SUGGERISCO?
-A lettori adulti, esperti e non: nonostante il libro sia molto lungo, non è complicato.
-A chi ama i libri gialli che non lascino nulla al caso.
-A chi adora ragionare su un mistero (se vi ritrovate in questa descrizione, leggete anche “Il simbolo perduto”)

CURIOSITÀ
-Il libro non segue un filo temporale: i capitoli spaziano dal presente al passato. In qualunque caso, il libro non perde in chiarezza: l’autore riporta continuamente i riferimenti di anni e date, permettendo ai lettori di non confondersi.
-Prima di ogni capitolo, l’autore riporta i discorsi tra Marcus Goldman, quando era allievo di Harry Quebert, e di quest’ultimo: i due discutono e, capitolo dopo capitolo, il secondo insegna al primo i 31 consigli per diventare uno scrittore di successo.
-I capitoli partono dal 31 e arrivano all’1, quindi sono in ordine decrescente (un altro libro che ho letto che ha una numerazione particolare dei capitoli è “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte”).

DA LEGGERE.. tutto d’un fiato!!!!


giovedì 11 dicembre 2014

Recensione: Passione vintage

Blackheath, 1983
… Diciassette, diciotto …diciannove…venti! Chi c’è c’è, chi non c’è non c’è!” urlo. Scopro gli occhi e inizio a cercare. Comincio dal piano di sotto, aspettandomi quasi di trovare Emma rannicchiata dietro il divano del salotto, o incartata come una caramella nelle tende color cresimi, o accovacciata dietro il pianoforte a mezza coda. La considero già la mia migliore amica, sebbene ci conosciamo solo da sei settimane.” (prime righe del libro).

AUTRICE: Isabel Wolff (traduzione di Alessia Donin)
EDITO DA: leGGereditore
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2011
ACQUISTATO DA: mi è stato prestato da una collega!
GENERE: Romanzo, Romanzo rosa
NUMERO DI PAGINE: 390
COSTO: € 9,00

Qualche informazione sull’autrice
Isabel Wolff è un’autrice molto affermata in Inghilterra e nel mondo. Vive a Londra, con il marito e i due figli. Prima di diventare scrittrice, è stata una giornalista. Ha scritto sette romanzi, tutti best seller di grande successo, tradotti in venti Paesi. Passione Vintage ha segnato una svolta nella sua carriera.

Trama
Un cappello di paglia è tutto ciò che a Phoebe rimane della sua amica Emma. E da quell’accessorio, decide di ricominciare a vivere, licenziandosi da Sotheby’s per aprire una boutique di vestiti vintage. Farà la conoscenza di Thérèse Bell, un’anziana signora francese, che ha una straordinaria collezione di capi vintage; tra gli altri, un misterioso cappottino azzurro. Le due donne stringono una profonda amicizia, unite da un vissuto comune che impedisce loro di riconciliarsi con il proprio passato. Quella che Phoebe scopre è una storia che la porta indietro, ai giorni della Francia occupata e alla crudeltà delle leggi razziali. E quando Thérèse le confessa che le mancano pochi giorni di vita, Phoebe cercherà di aiutarla ad affrontare i fantasmi della sua infanzia. Così facendo potrà dare una svolta alla sua vita e, forse, innamorarsi di nuovo…

copertina libro Passione Vintage
Opinioni
Un libro da leggere se cercate qualcosa di leggero, non troppo impegnato, ma che saprà rimanervi dentro. È un volume emozionante, nonostante la storia narrata non sia troppo filosofica o complicata. Mi è piaciuto molto. Se avete interesse per la moda, e in particolare vi incuriosiscono gli abiti vintage, questo libro fa per voi: tantissimi i riferimenti a capi antichi, anche con descrizioni più o meno dettagliate della maison che li ha prodotti, del taglio, dei particolari e del materiale di questi.

“Passione vintage”, però, fortunatamente non si ferma qui: l’autrice è brava a costruire un paragone tra Phoebe e l’anziana signora Bell (questo paragone mi ricorda quello tra Eeva e Anna nel libro “L’armadio dei vestiti dimenticati”). Le due donne si conoscono, stringono amicizia nonostante la differenza d’età e sapranno affrontare i loro più grandi fantasmi. Entrambe convivono con un senso di colpa profondo, che le sta affondando e non permette loro di vivere la vita così come vorrebbero. Phoebe aiuta Thérèse a liberarsi di questo peso, e nello stesso momento, farà con sé stessa la medesima cosa. Interessante anche i particolari che ci riportano indietro nel tempo, quando la signora Bell era solo una bambina e viveva durante le persecuzioni razziali. Il libro narra anche di una storia d’amore, ma non svelo nulla per non rovinarvi la sorpresa!

Di facile lettura, veloce ma profondo: in una parola, da leggere assolutamente!

Il mio voto

A CHI LO SUGGERISCO?
-A lettori adulti, esperti e non.
-A chi piace la moda e gli abiti, soprattutto quelli vintage.
-A chi vuole leggere qualcosa di emozionante, ma leggero.

DA LEGGERE CON.. la consapevolezza che a volte, la vita, ci riserva seconde possibilità.

mercoledì 3 dicembre 2014

Recensione: Il messaggio segreto delle farfalle

“Fui colta alla sprovvista dalla sentenza del medico: “Devi essere operata”. Ero come paralizzata mentre, con voce rotta e impaurita, gli domandavo: “Ma dopo recupererò la mia voce naturale?”. Il medico, non volendo deludermi, rispose: “Non del tutto.. per lo meno per i primi mesi, poi migliorerà”. Tacqui.” (prime righe del libro).

AUTRICE: Laila al-Uthman (traduzione di Valentina Colombo)
EDITO DA: Newton Compton editori
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2008 (2011 in Italia)
ACQUISTATO DA: Mondadori
GENERE: Romanzo, Drammatico
NUMERO DI PAGINE: 251
COSTO: € 9,90

Qualche informazione sull’autrice
Laila al-Uthman nasce in Kuwait nel 1945. Inizia a scrivere negli anni Sessanta occupandosi dapprima di questioni sociali, collegate alla condizione della donna nel proprio Paese, per poi pubblicare nel 1976 la prima raccolta di racconti. I contenuti dei suoi romanzi, molto provocanti per il contesto in cui vive, l’hanno portata persino in tribunale per oltraggio alla religione. Da quest’ultima esperienza ha tratto un romanzo autobiografico. È anche un’attivista coraggiosa, che ha contribuito in maniera sostanziale al conseguimento del diritto di voto per le donne kuwaitiane.

Trama
Nadia è la figlia di un kuwaitiano e di una siriana, ha diciassette anni ed è pronta a spiegare le sue giovani ali: vuole frequentare l’università, innamorarsi e diventare protagonista della propria vita e della proprie scelte. Ma la sua famiglia ha già deciso per lei, rispettando le ferree regole della tradizione: dovrà sposare un uomo molto più vecchio, con altri matrimoni alle spalle e figli a carico. Per quattro anni, Nadia rimarrà prigioniera di quest’uomo dispotico, umiliata. Tuttavia, la ragazza rifiuta di soccombere al dolore e non rinuncia a lottare, perché il desiderio di libertà che è in lei non può essere messo a tacere.

copertina libro il messaggio segreto delle farfalleOpinioni
È uno di quei libri da leggere solo se avete pelo sullo stomaco. È crudo, forte, realistico. Sicuramente, da qualche parte nel mondo, una ragazza ha subito, subisce o subirà la sorte di Nadia, stupenda diciassettenne con tutta la vita davanti, ma che si trova le sue ali da giovane farfalla spezzate da un destino terribile e da una tradizione disumana.

Le prime pagine sono uno shock. Inizialmente, non sapevo se continuare a leggere; poi ho capito che volevo andare fino in fondo. Il senso di ripugnanza e di odio che si prova contro i genitori di Nadia è fortissimo; mi sono chiesta per tutto il libro come fosse possibile che chi ti mette al mondo possa preferire avere una vita di agi e ricchezze (il matrimonio è servito alla famiglia della ragazza proprio per questo), che una figlia felice e realizzata. Il personaggio del vecchio marito è altrettanto terribile, si macchia di reati orribili come pedofilia e sequestro di persona (Nadia non può uscire dal palazzo dove vive), senza che nessuno se ne renda conto. Quello che mi ha permesso di finire il libro è unicamente il forte messaggio di coraggio e voglia di libertà della protagonista, che però purtroppo non potrà avere un riscatto. 

Questo romanzo mi ha dato molto da pensare. Ho creduto che fosse “troppo”: troppo duro, troppo esagerato, troppo brusco, troppo drammatico. Anche adesso credo sia troppo, ma purtroppo, solo troppo veritiero.

Il mio voto

A CHI LO SUGGERISCO?
-Assolutamente lettori adulti ma non necessariamente esperti.
-A chi piacciono i libri forti e duri. Se vi piacciono i libri con queste caratteristiche, leggete anche “La solitudine dei numeri primi” (anche se, ovviamente, “Il messaggio segreto delle farfalle" è decisamente più crudo).
-A chi vuole farsi un’idea della condizione della donna in certi Paesi.

DA LEGGERE CON.. rispetto.



lunedì 1 dicembre 2014

Recensione: L’armadio dei vestiti dimenticati

“Una donna correva verso di lui. Martti l’aveva vista in sogno molte volte. Lei era sul punto di dire qualcosa, ma lui non riusciva a percepire le sue parole, si svegliava sempre un attimo prima di comprenderle. Accadde così anche quella volta e, ormai sveglio, andò con lo sguardo all’orologio poggiato sul comodino.” (prime righe del libro).

AUTRICE: Riikka Pulkkinen (traduzione di Delfina Sessa)
EDITO DA: Garzanti
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2012
ACQUISTATO DA: Mondadori
GENERE: Romanzo
NUMERO DI PAGINE: 308
COSTO: € 9,90

Qualche informazione sull’autrice
Riikka Pulkinnen è nata nel 1980 a Tampere, Finlandia. Il suo romanzo di debutto, “La promessa del plenilunio”, è stato accolto come uno dei migliori romanzi finlandesi del 2006. Con “L’armadio dei vestiti dimenticati” ha raggiunto il grande successo; è uno dei libri più venduti in Finlandia, che ha permesso alla Pulkinnen di scalare le classifiche dei bestseller in patria e diventando un’autrice nota e pubblicata in tutto il mondo.

Trama
La stanza è invasa dalla polvere e dalla luce. Sono passati anni, ma a casa della nonna Elsa non è cambiato nulla: la bambola, il cavallo a dondolo e poi il vecchio armadio. Ad Anna basta aprirlo per tornare bambina, quando giocava con la nonna a vestirsi da grande. Gli abiti ci sono ancora tutti, anche se ne trova uno che non ricorda, con uno stile molto diverso da quello della nonna. Anna lo prova, la nonna la vede e capisce che è giunto il momento. Ora che le rimangono pochi giorni di vita, non può più mentire; lo deve alla nipote, ma soprattutto a sé stessa. Deve confessare di chi è quell’abito, pronunciare quel nome: Eeva. Un nome che Anna non conosce, di una donna dimenticata e di cui non ci sono fotografie. Spetta ad Anna comprendere il suo segreto, tornando indietro a un tempo antico, a uno storia di perdono, di tradimento e di bugie.

copertina libro L'armadio dei vestiti dimenticati
Opinioni
Quando ho visto la copertina, mi aspettavo un libro totalmente diverso.  È vero, esiste un armadio con un vestito dimenticato, ma pensavo che il libro si snodasse più su quest’argomento, semmai aggiungendo elementi magici/surreali, invece no.

Il vestito è solo un pretesto  per scrivere una storia bella, commovente e malinconica, assolutamente realistica. 

È anche una metafora, che indica gli scheletri nell’armadio che ognuno di noi tiene nascosti al sicuro. Inizialmente, non mi aveva preso molto, perché è scritto con uno stile un po’ particolare: la scrittura è intima, delicata, sembra quasi di entrare di soppiatto nella stanza per ascoltare i discorsi e conoscere la vita dei personaggi. Questi ultimi sono ben delineati, anche se si impara a conoscerli procedendo nella lettura, perché man mano che si va avanti, si aggiungono elementi nuovi ed interessanti. Ci sono dei capitoli scritti nel presente, che raccontano la vicenda della nonna Elsa, che è una malata terminale, e altri scritti da Eeva, quindi provenienti dal passato, che ci fanno capire chi è questa donna, e come il suo nome si leghi indissolubilmente agli altri personaggi.

Ho particolarmente amato il paragone tra Anna e Eeva (paragone simile lo trovate anche tra Phoebe e Thérèse nel libro "Passione vintage"): le due donne sono simili, e la storia della seconda ha aiutato la prima a comprendere meglio la propria vita. 

Sono proprio le donne le protagoniste assolute del libro, che si giostrano nei mille ruoli che l’esistenza fa interpretare loro. L’unico personaggio maschile rilevante è Martti: la sua voce si sente poco, anche se effettivamente è il perno del libro. Il finale mi ha fatto piangere, nonostante non sia chiarissimo, è come se l’autrice lasciasse aperto uno spiraglio, quasi non volesse finire la vicenda.

È uno di quei libri da leggere soprattutto se vi piacciono le storie non comuni, delicate e toccanti (se cercate queste caratteristiche in un volume, vi consiglio vivamente anche L'eleganza del riccio).

Il mio voto


A CHI LO SUGGERISCO?
-Lettori adulti e non necessariamente esperti
-A chi piacciono le storie malinconiche, commoventi, disilluse. A chi si ritrova in queste caratteristiche, consiglio anche la lettura de “La solitudine dei numeri primi”.
-A chi non si scoraggia se l’inizio non ingrana subito, ma preferisce continuare a leggere senza gettare la spugna.

DA LEGGERE.. in punta di piedi, con rispetto.

martedì 25 novembre 2014

Recensione: Il grande Gatsby

“Quand’ero più giovane ed indifeso, mio padre mi ha dato un consiglio che ho fatto mio da allora. “Tutte le volte che ti viene da criticare qualcuno”, mi ha detto, “ricordati che non tutti a questo mondo hanno avuto i vantaggi che hai avuto tu”. Non ha detto nient’altro, ma siamo sempre stati insolitamente comunicativi in modo riservato, e capii che intendeva molto più di questo.” (prime righe del libro).

AUTORE: F. Scott Fitzgerald (traduzione di Bruno Armando)
EDITO DA: Newton Compton Editori
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1925
ACQUISTATO DA: Mondadori
GENERE: Classico
NUMERO DI PAGINE: 125
COSTO: € 0,99

Qualche informazione sull’autore
F. Scott Fitzgerald nacque a St.Paul, Minnesota, nel 1896. Iniziò a scrivere giovanissimo, fin dai tempi della scuola. Pubblicò il suo primo romanzo nel 1920. Seguirono alcune raccolte di racconti e infine “Il grande Gatsby”, che basterebbe da solo ad assicurare allo scrittore un posto di rilievo nella narrativa americana. E' infatti uno dei libri più venduti con venticinque milioni di copie acquistate in tutto il mondo (USA Today - 2013). Dopo aver goduto di un grandissimo successo, morì quasi dimenticato a Hollywood nel 1940.

Trama
Il misterioso, affascinante, inquieto Gatsby, con le sue feste stravaganti, il lusso e la mondanità di cui si circonda, non mira in verità che a ritrovare l’amore di Daisy. Ma è possibile ricatturare il passato? Nello scenario dei frenetici anni Venti, il desiderio di Gatsby diventa emblema di un sogno di assolutezza, che la realtà frantuma e disperde.

copertina libro il grande gatsby
Opinioni
Questo romanzo di grande successo di F. Scott Fritgerald è un classico, sì, ma moderno.

È moderno perché narra di una vita che in apparenza sembra sfavillante, gioiosa e patinata, ma è solo apparenza.

Gatsby in realtà è un uomo solo, che si rifugia nel lusso solo per dimenticare quanto effettivamente sia solo, di quanti falsi amici popolino la sua vita, capaci ad essere presenti solo quando la festa inizia, ma pronti a scappare appena si spengono le luci dei salotti.
Gatsby vuole disperatamente ritrovare la sua amata Daisy, l’unica effettiva presenza nella sua vita. Erano innamorati, ma quando si sono incontrati Gatsby era povero e Daisy ha preferito sposare un uomo ricchissimo. Quando ritrova Gatsby, ricco e conosciuto, si riavvicinerà a lui, ma io non credo per vero amore, forse più per dovere. Il romanzo infatti è drammatico, ha una fine tragica, che ci riflettere sulla condizione dell’uomo. 

Gatsby è uno spirito puro, che mira a cercare un’utopia, un’idea grande e irraggiungibile, finché non si scontra con la durezza della vita e della realtà.

Questo volume mi è piaciuto moltissimo, è uno di quei libri da leggere assolutamente, e non solo una volta: racchiude in sé tantissime sfumature diverse, che è impossibile cogliere immediatamente, ha molti livelli da scoprire. La scrittura è essenziale e fine, di facile comprensione se si tiene conto che è stato scritto negli anni Venti.

Il mio voto

A CHI LO SUGGERISCO?
-Lettori adulti ed esperti.
-A chi piacciono i libri con più livelli, da interpretare e capire (se vi ritrovate, leggete assolutamente “L’eleganza del riccio”).
-A chi piacciono i classici (non posso non proporvi "Il ritratto di Dorian Gray"!).

CURIOSITÀ
-Si dice che F. Scott Fritgerald abbia scritto un romanzo specchio, e che Jay Gatsby sia un personaggio autobiografico.
-Dal romanzo sono stati tratti due film, uno nel 1974, l’altro nel 2013.

DA LEGGERE.. trasportandoci nei ruggenti anni Venti, con lo sfavillio dei vestiti da Charleston e le fumose sale da ballo.


lunedì 24 novembre 2014

Recensione: Il diavolo veste Prada

“Il semaforo non era ancora diventato ufficialmente verde all’incrocio tra la Diciassettesima e Broadway, e già un agguerrito esercito di taxi ruggiva sgommando alle mie spalle. “Frizione, acceleratore, marcia, lascia la frizione”, mi ripetevo febbrilmente, mentre lottavo per la mia vita nel traffico urlante di Manhattan a mezzogiorno.” (prime righe del libro).

AUTRICE: Lauren Weisberger (traduzione di Roberta Corradin)
EDITO DA: Piemme
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2003
ACQUISTATO DA: non ricordo più, l’ho acquistato tempo fa.
GENERE: Romanzo, Romanzo rosa, Commedia.
NUMERO DI PAGINE: 413
COSTO: € 11,00

Qualche informazione sull’autrice
Vive a New York, si veste in modo casual e ha una passione sfrenata per i jeans. Dopo la laurea, ha lavorato come assistente personale di Anna Wintour, mitica direttrice di Vogue America e guru della moda mondiale. Il diavolo veste Prada, suo primo romanzo, nel giro di poche settimane ha scalato le classifiche di tutto il mondo, è stato tradotto in 27 lingue e ha venduto oltre tre milioni di copie. La 20th Century Fox ne ha tratto un film campione d’incassi.

Trama
Nel favoloso, sfavillante mondo della moda, Miranda Priestly è un mito assoluto. Esile ed elegante come nessuna, dirige la rivista patinata più venduta e prestigiosa del pianeta. Quando Andrea Sachs – ventitre anni, una laurea in tasca e in testa il sogno di diventare scrittrice – accetta di lavorare per lei, non sospetta di aver stretto un patto con il diavolo. Miranda, infatti, nasconde un’indole velenosa e volubile, capace di trasformare la vita di Andrea in un vero e proprio inferno. Nell’arco di un anno frenetico ed esilarante, Andrea impara a soddisfare i mille capricci del suo direttore e a parare i colpi della sua perfidia, fino a scoprire che la sua vita privata, troppo a lungo trascurata, è in caduta libera.

copertina libro il diavolo veste prada
Opinioni
Un libro da leggere assolutamente se avete voglia di qualcosa di divertente, frizzante e fresco. Purtroppo, ho visto prima il film, e per tutto il volume mi sono immaginata Miranda con le fattezze della bravissima Meryl Streep e Andrea come se fosse Anne Hathaway. Solitamente, infatti, preferisco immaginare di sana pianta i protagonisti, solo grazie alle descrizioni che ne fa l’autore/autrice.

In genere, il libro racconta una storia prettamente femminile, con numerosi riferimenti al mondo della moda; se non siete interessate, non fa per voi. Il diavolo veste Prada è un libro in apparenza frivolo, però è anche una specie di denuncia contro questo mondo scintillante e patinato: il messaggio che vuol passare è che non è tutto oro quel che luccica, e che dietro a certi personaggi ben costruiti ci sta il lavoro certosino e pesantissimo di persone non conosciute.

Ben scritto, piacevole, si legge in poco tempo (la trama è abbastanza scontata) e con facilità.

Il mio voto

A CHI LO SUGGERISCO?
-A tutti, lettori esperti e non.
-A chi ha voglia di una lettura leggera e spensierata. Se vi piacciono i libri non impegnati, date un’occhiata anche a "Un regalo da Tiffany".
-A chi non sopporta più il proprio capo: ricordatevi che c’è chi sta peggio di voi =)

DA LEGGERE CON.. ironia e voglia di divertirsi con le mille disavventure della povera Andrea.


sabato 22 novembre 2014

Recensione: Dolce come il miele

“Era proprio il genere di giornata che l’ape Buzz preferiva: non c’era afa, l’aria era limpida. Si poteva gustare il calore del sole, ma anche la frescura dell’ombra. La terra profumava ancora d’acqua e nuvole per il temporale di quel pomeriggio, e il trifoglio aveva un’aria davvero succulenta. Il prato era un dolce tappeto di giada, disseminato a perdita d’occhio di denti di leone gialli, fra i quali spiccava anche il rosso di qualche solitario papavero.”(prime righe del libro)

AUTORE: John Penberthy (traduzione di Giulia Balducci)
EDITO DA: Sperling & Kupfer Editori
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2006
ACQUISTATO DA: non ricordo più, l'ho acquistato tempo fa.
GENERE: Favola, Filosofia
NUMERO DI PAGINE: 89
COSTO: € 11,50

Qualche informazione sull’autore
John Penberthy è cresciuto in Florida e ha svolto per dodici anni l’attività di consulente immobiliare. La passione per la meditazione e per la natura lo ha condotto a gestire bioriserve. Vive in Colorado, con la moglie e la figlia.

Trama
Buzz non è un’ape operaia qualsiasi: tra i denti di leone e le rose selvatiche, cerca il significato dell’esistenza. Il suo viaggio è un magico volo di gioia, coraggio ed ottimismo, dedicato alle api “non allineate”, decise ad interrogarsi sul fine della vita anche a costo di uscire dal gruppo. Buzz, a differenza delle compagne, non si accontenta di trascorrere i giorni costruendo alveari e immagazzinando polline, ma sogna quel mondo infinito oltre le montagne, dove il carro infuocato del sole termina ogni giorno la propria corsa. Buzz si confida con Bert, ape anziana, che la spingerà ad intraprendere il suo viaggio, ed anche a trovare l’amore.

copertina libro dolce come il miele
Opinioni
Una bellissima favola, davvero dolce come il miele e ricca di spunti di riflessione. Ho letto il libro già da adulta, e credo che sia adatto anche ai bambini (anche se, per capirlo a fondo, bisognerebbe leggerlo con la consapevolezza che non è solo una favola). È un volume breve, che si legge velocemente.

Da modo di riflettere su quante volte nella nostra vita rinunciamo a qualcosa che vorremmo davvero fare solo perché ci sembra disdicevole o troppo fuori dal coro.

L’autore, nei panni di Buzz, ci invita a cogliere la palla al balzo, a non indugiare troppo, a essere sé stessi. Una delle frasi che più mi ha colpito è stata questa: “Il potere della mente consiste nel cogliere le differenze; quello del cuore, nel cogliere le similitudini”.

Un bel libro, commovente, che fa riflettere e emoziona. 

Il mio voto

A CHI LO SUGGERISCO?
-A tutti i lettori: esperti e non, grandi e più piccoli.
-A chi ha voglia di riflettere sul senso della vita. Se vi piacciono i volumi filosofici, ma preferite qualcosa di più concreto, allora un libro da leggere assolutamente è  L'eleganza del riccio.

CURIOSITÀ
-Il libro è ricco di illustrazioni (create da Laurie Barrows) e di frasi, tipo aforismi, pensieri ed insegnamenti scritti in grassetto.
-Il titolo originale è “To Bee or Not to Bee”. Letteralmente non ha un significato preciso, sarebbe qualcosa come “Ape o non Ape”, ma riprende scherzosamente il famosissimo verso dell’Amleto di Shakespeare, “To be or not to be”, essere o non essere.

DA LEGGERE CON.. una tazza di thé caldo, con tantissimo miele.

venerdì 21 novembre 2014

Recensione: Un regalo da Tiffany

“A Ethan Green non sfuggiva l’importanza di ciò che stava per fare. Era un grande momento nella sua vita; e, immaginava, lo sarebbe stato in quella di qualunque uomo. Ma mentre cercava di farsi largo fra la folla di Manhattan in quello che era sicuramente il giorno di shopping più animato dell’anno, pensò che avrebbe fatto meglio a scegliere un momento migliore. La vigilia di Natale sulla Fifth Avenue? Doveva essere pazzo.” (prime righe del libro)

AUTRICE: Melissa Hill (traduzione di M. Faccia, R. Lanzi e R. Prencipe)
EDITO DA: Newton Compton Editori
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2011
ACQUISTATO DA: Mondadori
GENERE: Romanzo, Romanzo rosa
NUMERO DI PAGINE: 401
COSTO: € 9,90

Qualche informazione sull’autrice
Melissa Hill vive a Dublino con suo marito e sua figlia. È l’autrice di 13 romanzi, tutti bestseller. È acclamata come “la regina delle trame dagli esiti imprevisti”. Ha cominciato a scrivere nel 2003 e in breve tempo è diventata una delle più note autrici irlandesi. I suoi libri, tradotti in 18 lingue, hanno fatto il giro del mondo.

Trama
A New York, sulla Fifth Avenue, il giorno della vigilia di Natale, due uomini stanno comprando un regalo per la donna di cui sono innamorati. Gary, che aveva quasi dimenticato il regalo per la sua fidanzata Rachel, sta acquistando per lei un braccialetto portafortuna. Ethan invece sta cercando qualcosa di speciale: un anello di fidanzamento per Vanessa, uno splendido solitario col quale si inginocchierà davanti a lei e le farà una romantica proposta di matrimonio. Ma quando per sbaglio, all’uscita dal negozio, i due regali vengono scambiati, Rachel si ritroverà al dito l’anello destinato a Vanessa. E per Ethan riportarlo alla donna amata non sarà affatto semplice. Soprattutto se il destino ha altre idee al riguardo..

copertina libro Un regalo da Tiffany
Opinioni
Questo libro, appena arrivato in Italia, ha avuto un grandissimo successo: è balzato ai primi posti delle classifiche e ci è rimasto per molto tempo. In più, era nato un grandissimo interesse nei suoi confronti: molte delle lettrici (credo sia un libro prettamente femminile) sostenevano fosse una storia bellissima e che lasciarselo sfuggire sarebbe stato un peccato. Allora l’ho acquistato anche io. Non è un brutto libro, racconta una storia leggera e divertente, ma sinceramente non mi ha conquistata. L’ho trovato un po’ insipido e soprattutto ridondante in alcune parti, come se la scrittrice non sapesse più come allungare la storia. Un altro problema di questo volume è che, anche se di facile lettura, è noioso, quindi l’ho tenuto sul comodino per tanto tempo: non mi veniva voglia di riprenderlo per vedere come andava a finire.

In più, la conclusione l’ho trovata piuttosto scontata, e i libri senza colpi di scena non mi hanno mai entusiasmato.

Io apprezzo di più i libri intriganti e “strani”, come ad esempio “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte”, oppure eleganti e filosofici, come “L’eleganza del riccio”, ma che abbiano una caratteristica ben precisa: regalino un’emozione. Purtroppo, “Un regalo da Tiffany” è uno di quei romanzi che non rimangono dentro, perché sinceramente, una volta concluso, me lo sono dimenticata abbastanza in fretta.

Il mio voto

A CHI LO SUGGERISCO?
-A tutti, lettori esperti e non.
-A chi vuole una lettura leggera e senza pretese.
-A chi non piacciono i romanzi impegnati; se vi ritrovate in questa categoria, non potete non leggere "Il diavolo veste Prada"!

DA LEGGERE.. solo se non vi aspettate troppo da questo libro!

giovedì 20 novembre 2014

Recensione: Il simbolo perduto

House of the Temple, 20.33
“Il segreto è come si muore. Fin dal principio dei tempi, il segreto è sempre stato come si muore. L’iniziato, che aveva trentaquattro anni, guardò il teschio umano che teneva fra le mani come una coppa. Era pieno di vino rosso sangue. Bevilo, si disse. Non c’è nulla di cui aver paura.” (prime righe del libro).

AUTORE: Dan Brown (traduzione di A. Biavasco, V. Guani, N. Lamberti, A. Raffo, R. Scarabelli)
EDITO DA: Mondadori
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2009
ACQUISTATO DA: non ricordo più, l'ho acquistato tempo fa.
GENERE: Thriller, Giallo, Mistero
NUMERO DI PAGINE: 604
COSTO: €24,00

Qualche informazione sull’autore
Dan Brown nasce nel 1964 ad Exeter, New Hampshire. È uno scrittore statunitense di fama internazionale, autore di grandi e memorabili successi, come “Il codice da Vinci”, uno dei libri più venduti di tutti i tempi. Sono suoi anche “Angeli e demoni”, “La verità del ghiaccio”, “Crypto” e “Inferno”. L’autore vive nel New England con la moglie.

Trama
Robert Langdon è in viaggio per Washington. È stato convocato d’urgenza dall’amico Peter Solomon, uomo potentissimo affiliato alla massoneria, per tenere una conferenza al Campidoglio sulle origine esoteriche della capitale americana. Ad attenderlo c’è però un inquietante fanatico che vuole servirsi di lui per svelare un segreto millenario. Langdon capisce qual è la posta in gioco quando viene ritrovata la mano mozzata di Peter Solomon. Il professore sa di avere poche ore per poter ritrovare l’amico vivo. Inizia così una corsa contro il tempo, che lo costringe a dare fondo a tutte le sue conoscenze, fino al sorprendente finale.

copertina libro il simbolo perduto
Opinioni
Secondo me, un romanzo da leggere. È uno di quei libri consigliati, soprattutto per chi ama il genere. Ho letto diversi tomi di questo autore, ma credo che questo sia uno dei migliori. L’autore sa farci rimanere con il naso incollato alle pagine: il libro è emozionante e ricco di colpi di scena, ma soprattutto è ben strutturato e calibrato (diversamente da “Inferno”).

Il ritmo è incalzante, e finché un capitolo non è concluso, non si riesce a chiudere il libro.

Il volume è sempre ricco di enigmi e rompicapo che il professor Langdon deve riuscire a risolvere, e questo coinvolge molto anche il lettore, che si immedesima e ci ragiona, insieme al protagonista del libro. Ho trovato molto interessante anche la figura dell’antagonista: un cattivo moderno, crudele, acutissimo, che da davvero filo da torcere al professore di Harvard. Dan Brown infarcisce il libro con le sue spiegazioni geografiche e artistico/filosofiche/religiose, però stavolta esagera un po’; alcune parti sono infatti troppo lente e monotone e non si vede l’ora di continuare con la storia vera e propria.

Il mio voto

A CHI LO SUGGERISCO?
-Lettori adulti ed esperti
-Lettori interessati al genere thriller/giallo (se vi piace il genere, vi consiglio anche la lettura di "I sotterranei della cattedrale").
- A chi ama misteri da risolvere e colpi di scena (se vi ritrovate in queste caratteristiche, "La verità sul caso Harry Quebert" fa per voi).
-A chi ha letto gli altri volumi di Dan Brown, e quindi è abituato al suo stile di scrittura.

DA LEGGERE CON.. Acutezza mentale e voglia di giocare a fare l’investigatore.


venerdì 14 novembre 2014

Recensione: La solitudine dei numeri primi

“Alice della Rocca odiava la scuola di sci. Odiava la sveglia alle sette e mezzo del mattino anche nelle vacanze di Natale e suo padre che a colazione la fissava e sotto il tavolo faceva ballare la gamba nervosamente, come a dire su, sbrigati. Odiava la calzamaglia di lana che le pungeva sulle cosce, le muffole che non le lasciavano muovere le dita, il casco che le schiacciava le guance e puntava con il ferro sulla mandibola e poi quegli scarponi, sempre troppo stretti, che la facevano camminare come un gorilla.” (prime righe del libro) 

AUTORE: Paolo Giordano
EDITO DA: Mondadori
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2008
ACQUISTATO DA: Mondadori
GENERE: Romanzo, Drammatico
NUMERO DI PAGINE: 304
COSTO: €18,00

Qualche informazione sull’autore
Paolo Giordano è nato a Torino nel 1982. È laureato in fisica teorica e lavora presso l’università con una borsa di dottorato. “La solitudine dei numeri primi” è il suo primo romanzo, che ha vinto numerosi premi, come il premio Strega e il premio Campiello.


Trama
Alice ha sette anni e odia la scuola di sci. È una mattinata nebbiosa e in cima alla seggiovia si separa dai compagni, li perde di vista e, nel tentativo di tornare a valle da sola, cade in un dirupo e si spezza la gamba. Incapace di muoversi, si chiede se i lupi ci sono anche d’inverno. Mattia è un ragazzino intelligente, con una gemella ritardata, Michela, ed è preso in giro dai suoi compagni di classe a causa della sorella. Un giorno, un amico li invita entrambi alla sua festa di compleanno, e Mattia lascia la sorella in un parco, con la promessa di tornare dopo a prenderla. Michela non verrà mai più ritrovata. Questi due episodi dalle conseguenze irreversibili, segneranno per sempre la vita di Alice e Mattia. Le loro esistenze si incroceranno, e i due ragazzi capiranno di essere strettamente uniti ma anche divisi, come due numeri primi gemelli; numeri vicini, ma mai abbastanza per toccarsi davvero.

copertina libro la solitudine dei numeri primi
 Opinioni
Un libro da leggere, toccante e scritto in modo lucido da Giordano, che sa mettersi con maestria nei panni dei personaggi. Il libro si apre con l’incidente che turberà per tutta la vita Alice, e subito dopo segue quello di Mattia. I due sono bambini, e il libro si snoderà in tutte le fasi della loro esistenza, fino alla vita adulta.
Il romanzo si snoda su un’emozione ben precisa, riportata anche nel titolo: la solitudine. Mette in luce come questa si insidi nei personaggi, come li tormenti, come non li abbandoni mai e come ritorni in ogni scelta quotidiana.

“La solitudine dei numeri primi” è un libro facile da leggere (la scrittura è semplice, veloce), ma difficile, anzi, difficilissimo da digerire.

Non ha un lieto fine, e quindi i personaggi non hanno un riscatto, divorati dal destino. È un romanzo duro, che narra di problematiche familiari dapprima e sociali poi, ma realistico, crudo, vero. Un libro che ti rimane incollato addosso per tanto tempo, difficile da dimenticare.

Il mio voto

A CHI LO SUGGERISCO?
-Lettori adulti, non necessariamente esperti
-A coloro che amano le storie realistiche e tormentate (da leggere assolutamente, se vi piace il genere, "Il messaggio segreto delle farfalle")
-A chi vuole qualcosa su cui riflettere
-A chi piacciono le storie con protagonisti problematici, a cui consiglio anche la lettura de "lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte."

DA LEGGERE CON.. la consapevolezza che non tutte le storie possano avere un lieto fine, e che la maggior parte delle volte nella vita succede proprio così. Se siete lettori disillusi, però avete voglia di qualcosa di un meno duro, date un'occhiata a "L'armadio dei vestiti dimenticati".