sabato 11 aprile 2015

Recensione: Il richiamo del cuculo

“Il brusio si levava dalla strada come un ronzio di mosche. I fotografi erano ammassati contro le transenne presidiate dalla polizia, i lunghi zoom delle macchina fotografiche puntati, i respiri che si condensavano come vapore. La neve cadeva senza tregua su spalle e cappelli; dita guantate dovevano continuamente pulire le lenti. Ogni tanto partivano raffiche improvvise di clic, quando i paparazzi, per ingannare l’attesa, fotografavano la tenda di tela bianca nel mezzo della strada, davanti all’ingresso dell’alto palazzo di mattoni rossi e al balcone dell’ultimo piano da cui era caduto il corpo”. (prime righe del libro).

AUTRICE: Robert Galbraith (pseudonimo di J.K.Rowling), traduzione di A. Casella e A. Ragusa
EDITO DA: Salani
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2013
ACQUISTATO DA: Mondadori
GENERE: Giallo, Mistero
NUMERO DI PAGINE: 547
COSTO: 16,90

Qualche informazione sull’autrice
Come già accennato prima, Robert Galbraith altri non è che J.K.Rowling, scrittrice britannica, famosissima per la saga di Harry Potter, il famoso mago che ha tenuto incollato alle pagine milioni di fan (compresa me, ovviamente!).  Altro romanzo celebre è “Il seggio vacante”. Con lo pseudonimo di Robert Galbraith, l’autrice ha pubblicato due romanzi: “Il richiamo del cuculo” prima e “Il baco da seta” poi.

Trama
Quando una top model celebre e tormentata precipita dal balcone del suo attico a Mayfair, nessuno dubita che si tratta di suicidio. L’unico a non crederci è suo fratello, che decide di rivolgersi a Cormoran Strike per far luce sul caso. Strike è un reduce della guerra in Afghanistan, dove è stato ferito nel corpo e nello spirito, e la sua vita è nel caos. il nuovo incarico gli dà un po’ di respiro, ma a caro prezzo: più si immerge nel mondo complesso e spietato della modella, più la vicenda diventa oscura e densa di pericoli…

deborasenzah il richiamo del cuculo copertina
Opinioni
Girovagando per il web, su alcuni blog, avevo notato come molte ragazze avessero recensito questo libro con toni entusiasti. Forse per riprendermi un po’ dalla delusione di “Sapevo tutto di lei”, forse perché la mia voglia di immergermi in gialli e misteri è senza fine, ho deciso di acquistarlo e leggerlo. 
“Il richiamo del cuculo” è stata una bella scoperta. Inizialmente ero un po’ scettica, perché mi sembrava che il libro faticasse a cominciare, a prendere una piega interessante. Nonostante l’inizio lento, però, ho proseguito nella lettura e non me ne sono pentita. Non è il classico giallo che non puoi posare perché ti coinvolge troppo (come, ad esempio, “La veritàsul caso Harry Quebert”, che per me è un giallo con i fiocchi), però ti permette di ragionare sugli elementi del caso, che vengono presentati in ordine, con freddezza e metodicità. In questo, forse, l’autrice si è trattenuta un po’ troppo: si faceva fatica a sospettare veramente di un personaggio, perché Strike, il detective burbero e scontroso, ma dall’acuta intelligenza, sa molto più di quanto riveli a noi e alla sua assistente Robin, ragazza dolce con un grande spirito di avventura. 

Il punto di forza di questo volume, secondo me, sono stati proprio i personaggi: sono tutti delineati alla perfezione, anche le comparse, e questo ci illude che siano quasi reali, che in qualche momento della nostra vita è probabile averli incontrati. 
Nel libro, inoltre, viene messo l’accento anche sulla vita privata di Strike: l’uomo, distrutto dalla guerra e da un amore finito male, saprà riaIzarsi e riprendere in mano la sua esistenza. In questo, Robin avrà un ruolo essenziale: in punta di piedi, riesce ad aiutarlo senza risultare invadente, diventando consigliera ed amica. Infine, “Il richiamo del cuculo” ci fa ragionare anche sul mondo patinato della moda che, in molti casi, risucchia le giovani in un vortice di sregolatezza e eccessi che finiscono per rivolgersi contro di loro
Il finale, avvincente e del tutto inaspettato (nemmeno stavolta sono riuscita ad individuare il colpevole.. non sono proprio portata per fare la detective), è stata una summa di tutto ciò che nel libro era rimasto a metà, quindi l’ho apprezzato molto!

                                                     Il mio voto

A CHI LO SUGGERISCO?
-A lettori adulti non necessariamente esperti, perché il libro è lineare!
-A chi ama i gialli e i misteri.
-A tutti coloro i quali adorano i personaggi ben delineati e descritti.

CURIOSITÁ
-Il libro è diviso in varie parti, le quali al loro interno contengono diversi capitoli. Ogni parte riporta una poesia latina con la traduzione italiana, con il ruolo di rivelazione sibillina di quello che succederà poi. Ve ne riporto una:
Forsam et haec olim meminisse iuvabit.
Magari un giorno persino queste cose ci faranno sorridere, a ripensarci. (Virgilio, Eneide, Libro primo)

-Il libro si apre con una poesia bellissima e, secondo me, inquietante, di Christina G. Rossetti, Lamento funebre, e si chiude con una parte del componimento Ulysses, altrettanto emozionante, di Lord Tennyson. Vi riporto quest’ultima:
Non posso smettere di viaggiare: berrò
la vita fino all’ultima goccia; per tutte le volte che ho molto
gioito, ho molto sofferto, sia con coloro
che mi hanno amato, sia da solo; sulla riva, e quando
con tumultuose correnti le Iadi piovose
agitavano l’oscuro mare: sono diventato un nome…

DA LEGGERE CON.. attenzione e intuitività!

lunedì 23 marzo 2015

Recensione: Un regalo pericoloso

Questa recensione sarà un po’ diversa dal solito. Il libro “Un regalo pericoloso” è un volume in formato e-book scritto da Manuela Raciti ed edito da Panesi editori. La gentilissima autrice mi ha inviato una copia del libro, che ho avuto il piacere di leggere e di potervi presentare sul mio blog.
L’autrice prende ispirazione da un buffo episodio di vita quotidiana per sviluppare questa storia mistery/fantasy per bambini e ragazzi (ma anche adulti, perché no!). Il volume è di circa 90 pagine, una lettura quindi veloce ma che vi terrà con il fiato sospeso!

Vi lascio qui di seguito le prime righe del libro.
“Svelto, scappa Tommy!” gridò Marco. Mi sfrecciò accanto così velocemente che in pochi secondi era scomparso dalla mia visuale. Mi guardai intorno. Non c’era più nessuno. “Ottimo.. sono rimasto da solo!” pensai rabbrividendo. “E ora cosa faccio? Dove vado?” mi chiesi mentre la mia agitazione aumentava.”

Trama
Tommaso è un ragazzino di dodici anni alle prese con una sorella maggiore un po’ scorbutica, un imminente trasloco e una scuola nuova. Come se non bastasse, Natale è alle porte. Tommaso vuole scegliere due meravigliosi regali per i suoi genitori: una collana per la mamma, e delle pantofole per il papà, trovate misteriosamente in uno scatolone in camera sua. Poco tempo dopo l’apertura dei doni, Tommaso e Anna si troveranno a combattere contro una forza inspiegabile che sta portando il padre alla pazzia..

deboasenzah copertina un regalo pericoloso
Opinioni
Ho davvero apprezzato questo volume: da piccola ero un’amante del genere Piccoli Brividi, e la storia che ho letto mi riporta alla mente quei momenti di attesa e eccitazione che s’agitavano in me quando, presa dalla frenesia di voler sapere come andava a finire, passavo ore e ore a leggere. Anche con questo volume è andata così: l’ho finito in fretta, la curiosità era troppa!! Il libro è assolutamente adatto anche ad un pubblico più giovane: non ci sono scene che impressionano o colpiscono fortemente (come invece accade alcune volte ne’ “Il figlio del cimitero”), quindi anche i più piccoli possono leggerlo senza problemi se sono appassionati al genere. La storia mi è piaciuta, è lineare e chiara, ben scritta ed immediata. Anche la conclusione mi ha lasciata a bocca aperta: un vero colpo di scena! Ho solo un appunto: avrei preferito che fosse più approfondito il modo in cui Tommaso trova le ciabatte in camera sua. Non ho capito se qualcuno ce le ha portate, se sono comparse magicamente o se sono sempre state lì, in quella nuova casa. A parte questo, colgo ancora l’occasione per fare i complimenti a Manuela: ha scritto davvero un ottimo libro, che si legge tutto d’un fiato!

Il mio voto



A CHI LO SUGGERISCO?
-A tutti: giovani e adulti, lettori esperti e non.
-A chi ama il genere mistery mischiato al fantasy.

CURIOSITÁ
Il volume si apre con una citazione di Gianni Rodari, che personalmente adoro, e che recita così:
“Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo”.

DA LEGGERE CON.. la luce accesa!!

martedì 3 marzo 2015

Recensione: Un luogo chiamato libertà

“La neve coronava le creste dell’High Glen e si estendeva in chiazze madreperlacee sulle sue pendici boscose, come gioielli su un abito di seta verde. Nel fondovalle, un corso d’acqua frettoloso guizzava fra le rocce. Il vento pungente che soffiava verso l’entroterra dal mare del Nord portava folate di nevischio e di grandine.” (prime righe del primo capitolo vero e proprio del libro, ho saltato il prologo stavolta).

AUTORE: Ken Follett
EDITO DA: Mondadori
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1995 (è stato scritto in quell’anno, la mia edizione è del 2003)
ACQUISTATO DA: non ricordo più, credo in una libreria al mare
GENERE: Storia, Romanzo
NUMERO DI PAGINE: 464
COSTO: € 7,80

Qualche informazione sull’autore
Kenneth Martin Follett (Cardiff, 1949) è uno scrittore britannico. Due dei suoi romanzi, “I pilastri della terra” e “La cruna dell'ago”, sono stati inseriti nella lista dei 101 best-seller più venduti di tutti i tempi. Ha venduto più di 150 milioni di copie nel mondo, ed è uno dei più ricchi e famosi giallisti britannici della storia.

Trama
Inghilterra. XVIII secolo. Un’epoca di grandi cambiamenti, con la rivoluzione industriale alle porte e le colonie americane in procinto di proclamare l’indipendenza. Ingenti fortune sono legate al controllo della principale fonte di energia, il carbone, estratto con metodi schiavisti nelle miniere scozzesi. È per il possesso di nuovi giacimenti che complottano i Jamisson, potente famiglia di proprietari terrieri; hanno messo a punto un piano brillante che può aiutarli nel loro intento. Ma non hanno fatto i conti con McAsh, un minatore che ha deciso di spezzare le catene della schiavitù, e con la bella Lizzie, figlia della piccola aristocrazia conquistata agli ideali di libertà.

deborasenzah copertina un luogo chiamato libertà
Opinioni
Un mesetto fa, girovagavo per casa cercando qualcosa da leggere: avevo concluso tutti i miei libri e non sapevo  come occupare il tempo. Sullo scaffale ho trovato questo libro che non avevo mai particolarmente considerato. Dopo aver dato un’occhiata alla trama, l’ho iniziato senza particolare entusiasmo. Devo essere sincera: non avevo mai letto un libro di Ken Follett, perché mi davano l’impressione di essere un po’ troppo pesanti e noiosi. Mi sono dovuta ricredere: l’ho divorato in 4 giorni, tanto che vorrei prendere altri volumi di quest’autore. Quali mi consigliate? Lasciatemi un commento qua sotto! 
“Un luogo chiamato libertà” mi ha conquistata perché innanzitutto tratta di un periodo storico che mi è sempre piaciuto: la scoperta del nuovo mondo, i giacimenti del carbone, la tratta degli schiavi e le terribili condizioni umane di chi era costretto a lavorare nelle miniere. Il libro è narrato dal punto di vista di McAsh, un ragazzo forte e intelligente, che anela alla libertà e che vuole ribellarsi al sistema. Il suo modo di fare, le sue avventure, i suoi piani per sfuggire alla crudeltà dei padroni sono vero ossigeno: chissà se nella realtà è esistita davvero una persona coraggiosa come lui.. Bellissimo anche il rapporto tra McAsh e Lizzie, una ragazza socialmente distante dal minatore, ma che è più vicina a lui di quanto si possa credere. Mi è piaciuto perché narra una storia forte, di riscatto personale e di ricerca di sé stessi soprattutto tramite il viaggio, che alcune volte si rivela una delusione, altre volte permette di arrivare là dove si voleva davvero giungere, in un luogo veramente libero, lontano dalle costrizioni dei potenti ricchi. Un libro da leggere assolutamente se avete voglia di fantasticare sul passato: Ken Follett è bravissimo a descrivere i luoghi, i personaggi, le situazioni, tanto che ci si immerge totalmente nel libro e sembra di essere trasportati in quell’epoca. Consigliato!!!

A CHI LO SUGGERISCO?
-A lettori adulti e non necessariamente esperti: il libro è scorrevole e lo stile semplice e pulito.
-A tutti coloro i quali amano la storia e gli avvenimenti passati
-A chi crede nella libertà e nel riscatto personale.
-A chi conosce l'importanza del viaggio (consigliato anche "L'imprevedibile viaggio di Harold Fry).

DA LEGGERE CON.. spirito d’avventura!!

venerdì 13 febbraio 2015

Recensione: Il figlio del cimitero.

“C’era una mano nell’oscurità e impugnava un coltello. Il coltello aveva un manico d’osso, lucido e nero, e una lama più sottile a affilata di un rasoio. Se ti avesse ferito, avresti anche potuto non accorgertene, non subito. Il coltello aveva fatto quasi tutto ciò per cui era stato portato in quella casa; la lama era bagnata, e così il manico.”(prime righe del libro).

AUTORE: Neil Gaiman (traduzione di Giuseppe Iacobaci)
EDITO DA: Mondadori
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2008
ACQUISTATO DA: Librerie.coop
GENERE: Favola, Fantasy
NUMERO DI PAGINE: 345
COSTO: €10,00

Qualche informazione sull’autore
Neil Gaiman, nato in Inghilterra nel 1960, vive negli Stati Uniti. Giornalista, sceneggiatore televisivo e scrittore per adulti e ragazzi, è il creatore di una serie di fumetti di culto, “Sandman”, con la quale ha vinto i riconoscimenti più importanti del settore.

Trama
Ogni mattino Bod fa colazione con le buone cose che prepara la signora Owens. Poi va a scuola e ascolta le lezioni della signorina Lupescu. E il pomeriggio passa il tempo con Liza, sua compagna di giochi. Bod sarebbe un bambino normale. Se non fosse che Liza è una strega sepolta in un terreno sconsacrato, la signorina Lupescu una belva dai canini affilati e la signora Owens è morta secoli fa. Bod era ancora in fasce quando è scampato all’omicidio della sua famiglia gattonando fino al cimitero sulla collina, dove i morti l’hanno accolto e adottato per proteggerlo. Ma Bod è un vivo, e il richiamo per il mondo esterno è forte: un mondo in cui conoscerà l’amicizia dei suoi simili, ma anche l’impazienza di un coltello che lo sta aspettando da quattordici lunghi anni..

deborasenzah copertina il figlio del cimitero
Opinioni
Premetto che non è il primo libro che leggo di Neil Gaiman. Quando ero ancora alle elementari, avevo voluto a tutti i costi “Coraline”: inutile dire che ho letto le prime pagine e poi mi ero impaurita a morte (ebbene sì, da bambina mi chiamavano Cuor di Leone). Accantonato, l’ho ripreso in mano più grandina e mi pare di averlo apprezzato, seppur non ricordi quasi nulla della storia.
Un mesetto fa, bazzicavo tra vari blog ed ho visto che “Il figlio del cimitero” andava alla grande, e, complice il fatto che avessi voglia di una storia leggera, di una pausa da libri più potenti e forti, mi sono convinta a prenderlo. Diciamo che ho terminato la storia abbastanza in fretta, ma purtroppo il volume non mi ha entusiasmata particolarmente.
Quando leggo libri pensati per bambini/ragazzi, mi piace sempre mettermi nei loro panni e tentare di capire che effetto possa fare ai loro occhi. Secondo me, i bambini si spaventerebbero, perché certe scene e certe descrizioni sono troppo forti (basta vedere come inizia il libro!) e i ragazzi si annoierebbero, perché non ci sono colpi di scena e i personaggi non stimolano la fantasia, sono quasi piatti, abbozzati e poco caratterizzati (l’unico personaggio che mi è piaciuto è stata Liza, la strega). Un volume invece adatto anche ai più piccoli, di genere simile, è "Un regalo pericoloso".
Con gli occhi da adulta, il libro mi ha dato ugualmente poco, non mi ha lasciato grandi emozioni, ad esclusione della fine: quasi poetica ed emozionante, un invito a vivere la vita e a prendere ogni momento come grande insegnamento e piccolo mattone per costruire il proprio futuro. Nonostante questo, il libro in totale non mi ha dato tantissimo: se fosse stato tutto come la parte finale, sarebbe stata una vera bomba!
A CHI LO SUGGERISCO?
-A ragazzi e adulti non necessariamente esperti nella lettura (secondo me per i bambini non è adatto).
-A chi vuole leggere qualcosa di veloce e poco impegnativo.
-A chi piacciono le favole (vi consiglio anche la lettura di “Dolce come il miele”).

DA LEGGERE CON.. la luce accesa se si è under 12!!! :)


giovedì 12 febbraio 2015

Grazie!

Un piccolo saluto a tutti i miei lettori del blog!

Scusate se non sono molto presente al momento, ma ho avuto diversi impegni lavorativi.. Non mi sono dimenticata del blog, assolutamente!
Purtroppo per me aggiornarlo quotidianamente è praticamente impossibile, però spero che questo non vi dia fastidio.. Io continuo a leggere e a recensire per voi!
Tra l'altro, ho visto che siamo aumentati di numero: grazie per la fiducia che avete riposto in me! Sono piena di gioia, spero che il numero di lettori sia destinato a salire!

Per domani è prevista una recensione.. Vi saluto e vi abbraccio forte!

Debora

martedì 27 gennaio 2015

Recensione: Molto forte, incredibilmente vicino

“E un bollitore per il tè? Con il beccuccio che, all’uscita del vapore, si apre e si chiude come una bocca e sibila belle melodie, o recita Shakespeare, o semplicemente si scompiscia dal ridere con me? Potrei inventare un bollitore che legge con la voce di papà, così riuscirei ad addormentarmi, o magari un intero servizio di bollitori che cantano il ritornello di Yellow Submarine, una canzone dei Beatles, che mi piacciono perché l’entomologia è una delle mie raisons d’être, un’espressione francese che conosco.” (prime righe del libro).

AUTORE: Jonathan Safran Foer (traduzione di M. Bocchiola)
EDITO DA: Ugo Guanda Editore
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2005
ACQUISTATO DA: Mondadori
GENERE: Romanzo, Autismo, Drammatico
NUMERO DI PAGINE: 351
COSTO: 18,00 €

Qualche informazione sull’autore
Jonathan Safran Foer è nato a Washington nel 1977 e vive a New York. È uno scrittore e saggista statunitense. “Molto forte, incredibilmente vicino” è il suo secondo libro. Sono dello stesso autore anche “Ogni cosa è illuminata” (2002) e “Se niente importa” (2010).

Trama
Oskar, un newyorkese di nove anni a suo modo geniale, ama inventare singolari dispositivi, come un sistema di tubi collegati ai cuscini di tutti i letti di New York, per raccogliere le lacrime di chi piange quando va a dormire e riversarle nel laghetto di Central Park. A Oskar capita spesso di piangere sul cuscino, da quando suo papà è morto nell’attacco alle Torri Gemelle. Un giorno, in un vaso azzurro trovato nell’armadio del padre scopre una busta che contiene una chiave e un nome: Black. Chi è Black? Cosa apre quella chiave? Per scoprirlo, Oskar intende bussare alla porta di tutti i Mr e Mrs Black in città. Se il suo viaggio non gli restituirà l’amato genitore, lo porterà però a conoscenza di un passato lontano che ha sconvolto la vita dei suoi nonni paterni e di un’intera generazione: il passato dell’Europa nella seconda guerra mondiale.

deborasenzah copertina molto forte incredibilmente vicino
Opinioni
Nonostante io abbia letto questo libro ormai qualche anno fa, ogni volta che ne parlo mi brillano gli occhi e non riesco ad essere completamente oggettiva. L’ho letteralmente amato, in ogni sua parte: è in assoluto il mio libro preferito di sempre, secondo nemmeno all’"Eleganza del riccio" (anche se ammetto che sia stata una bella lotta!). Una volta conclusa la lettura, per tanto tempo, ho cercato di prendere volumi simili per struttura, storia, intensità: non ne ho mai trovati di uguali, e mi sono rassegnata a leggere storie molto più comuni. Credo che questa recensione per me sia particolarmente difficile da scrivere, perché è impossibile mettere nero su bianco quanto mi abbia dato questo libro: è complicato, quasi impossibile, destreggiarmi tra i mille argomenti trattati (credo che meriti più di una lettura per essere capito a fondo) e districarmi tra tutte le emozioni che mi ha donato. La distruzione portata da un attentato terroristico come quello delle Torri Gemelle, il cambiamento totale che ha portato nella vita di Oskar, l’autismo di quest’ultimo e la sua smisurata creatività ed intelligenza che lo porterà a fronteggiare le sue più grandi paure per affrontare quello che crede sia una “caccia al tesoro” organizzata da suo padre, il rapporto tra la nonna e il nonno che Oskar crede di non aver mai conosciuto, il rimpianto e l’amarezza che vengono trascinati da anni per colpe che si perdono nel passato.. la vicenda di questo ragazzino e della sua famiglia è riuscita a farmi ridere, piangere e riflettere. Credetemi, non riesco a dire di più: questo libro è stato un turbinio di emozioni, che mi ha lasciato gli occhi lucidi e il cuore che batteva forte.

Il mio voto

A CHI LO SUGGERISCO?
-A lettori adulti ed esperti: il volume non è lineare, fa salti temporali e introduce nuovi personaggi senza presentarli.
-A chi vuole leggere storie intense, intricate e potenti.
-A chi piacciono i protagonisti particolari: se siete interessati all'argomento, vi consiglio la lettura de "Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte".

CURIOSITÀ
-I capitoli nel libro non vengono scritti tutti dal punto di vista di Oskar: per questo, soprattutto all’inizio, è un po’ complicato raccapezzarsi, ma il mio consiglio è di continuare nella lettura, perché non ve ne pentirete!
-Il volume è pieno di fotografie, disegni, scritte colorate, pagine con stampata solo una frase o addirittura vuote..

DA LEGGERE… ASSOLUTAMENTE!

martedì 20 gennaio 2015

Recensione: Sapevo tutto di lei

“Imboccò la passerella di legno del lungomare e fu subito investito da una folata di aria salmastra proveniente dall’oceano. Alzando lo sguardo sulle nubi in movimento, pensò che presto sarebbe nevicato, anche se mancava solo un giorno all’inizio della primavera. Era stato un lungo inverno e tutti non vedevano l’ora che il clima si facesse più mite. Non lui, però.” (prime righe del libro).

AUTRICE: Mary Higgings Clark (traduzione di M. B. Piccioli)
EDITO DA: Sperling & Kupfer
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2014
ACQUISTATO DA: Mondadori
GENERE: Giallo, Mistero
NUMERO DI PAGINE: 433
COSTO: € 10,00

Qualche informazione sull’autrice
Mary Higgings Clark, acclamata autrice di numerosissimi bestseller internazionali che hanno venduto più di trecento milioni di copie, è nota in tutto il mondo come la Regina della suspense. Vive a Saddle River, nel New Jersey, con il marito. Madre di cinque figli, si divide tra la scrittura e i molti nipoti.

Trama
In cerca di tranquillità dopo la fine del suo matrimonio, Emily Graham decide di comprare un’antica villa a Spring Lake, appartenuta un tempo alla sua famiglia. Ben presto però questa scelta si trasforma in un incubo. Durante la ristrutturazione vengono infatti ritrovati i resti di due cadaveri: il primo, di una ragazza del posto scomparsa quattro anni prima; il secondo di un’antenata di Emily, sparita nel 1891. Coinvolta suo malgrado nelle indagini, Emily sospetta un legame tra i due, seppur lontani, delitti. La pista è giusta, ma Emily ancora non sa che la prossima vittima potrebbe essere lei..

deborasenzah copertina Sapevo tutto di lei
Opinioni
Ero in cerca di un libro con una buona dose di suspense, adrenalina e colpi di scena. I libri con queste caratteristiche mi sono sempre piaciuti, e, complice una passeggiata in centro, mi sono infilata nella mia libreria preferita ed ho dato un’occhiata alla sezione gialli. L’occhio mi è caduto su questo volume della Clark. Avendo già sentito parlare di quest’autrice come una grande scrittrice di gialli, decido di prendere questo volume, incuriosita dalla trama: due delitti lontani ma in qualche modo collegati e la protagonista ignara del pericolo che corre erano elementi che cadevano ad hoc rispetto alla mia voglia di leggere qualcosa di forte.
Purtroppo, quasi tutte le mie aspettative sono state deluse. Premetto che è il primo volume che leggo della Clark, e forse sono stata sfortunata io ad aver scelto proprio uno dei suoi libri peggiori (anzi, se avete altri suoi libri da consigliarmi, sono tutt’orecchi!), ma… il nominativo di Regina della suspense mi sembra un po’ esagerato.
Sinceramente, avevo intuito chi fosse l’assassino almeno una decina di capitoli prima della fine del libro. L’autrice tenta di depistarci sparpagliando qua e la nel libro indizi contradditori e false piste, ma l’assassino era semplicemente la persona meno presa di mira dalla Clark. La narrazione non è serrata: ci si perde in mille giri di parole, senza mai arrivare al sodo; la fine è davvero frettolosa, condensata in un capitolo, senza un filo di adrenalina o di suspense. Per tutto il libro si parla di possibile reincarnazione dell’assassino del 1891, nel killer che sta terrorizzando Emily nel presente: la cosa che mi ha lasciata a bocca aperta, è che la conclusione del romanzo sembra avvalorare quest’ipotesi! Secondo me, un giallo non può avere elementi quasi fantastici: deve sembrare reale!
Tra i libri che ho letto, il top in questo genere è “La verità sul caso Harry Quebert”: dettagli succosi, elementi intricati sui quali scervellarsi per trovare una soluzione, colpi di scena, narrazione serrata. Elementi che purtroppo non ho trovato in “Sapevo tutto di lei”. Una piccola delusione!


A CHI LO SUGGERISCO?
-Lettori adulti, non necessariamente esperti.
-A chi vuole leggere un giallo senza grandi pretese.

DA LEGGERE CON.. un foglio e una matita: i personaggi sono talmente tanti che ci si dimentica facilmente i loro nomi e i loro rapporti di parentela!

martedì 13 gennaio 2015

Recensione: L’imprevedibile viaggio di Harold Fry

“Era un martedì quando arrivò la lettera che avrebbe cambiato ogni cosa. Un normalissimo mattino di metà aprile che profumava di bucato fresco e di erba tagliata. Harold Fry era seduto a far colazione, sbarbato a puntino, con la camicia immacolata e la cravatta, in mano una fetta di pane tostato che però non stava mangiando”. (prime righe del libro).

AUTRICE: Rachel Joyce (traduzione di M. Bartocci e C. Brovelli)
EDITO DA: Sperling & Kupfer
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2012
ACQUISTATO DA: Mondadori
GENERE: Romanzo
NUMERO DI PAGINE: 310
COSTO: €17,50

Qualche informazione sull’autrice
Rachel Joyce è nata nel Gloucestershire, dove vive tuttora con il marito, i figli e tantissimi animali. Ha lavorato diversi anni per i canali radiofonici della BCC, scrivendo sia sceneggiature originali sia adattamenti di grandi classici della letteratura. Questo è il suo primo, celebratissimo romanzo, bestseller in Inghilterra e in Germania, e in corso di pubblicazione in tutto il mondo. Sono della stessa autrice anche “Un lieve profumo di limone”, “Il bizzarro incidente del tempo perduto” e “La canzone d’amore di Queenie Hennessy”.

Trama
Quando viene a sapere che una sua vecchia amica sta morendo in un paesino ai confini con la Scozia, Harold Fry, tranquillo pensionato inglese, esce di casa per spedirle una lettera. E invece, arrivato alla prima buca, spinto da un impulso improvviso, comincia a camminare. Forse perché ha con la sua amica un antico debito di riconoscenza, forse perché ultimamente la vita non è stata gentile con lui e con sua moglie Maureen, Harold cammina e cammina, incurante della stanchezza e delle scarpe troppo leggere. Ha deciso: finché lui camminerà, la sua amica continuerà a vivere. Inizierà così per Harold un imprevedibile viaggio dal sud al nord dell’Inghilterra, ma anche dentro sé stesso: mille chilometri di cammino e di incontri con tante persone, che Harold illuminerà con la sua saggezza e la forza del suo ottimismo.

deborasenzah copertina l'imprevedibile viaggio di Harold Fry
Opinioni
Questo libro è una ventata d’aria fresca: non perché sia superficiale, ma perché tratta di un argomento diverso dal solito, forse anche con una leggera connotazione religiosa. Il pellegrinaggio, come tutti sappiamo, è un cammino che ha due obbiettivi: il primo è andare solitamente in un luogo lontano che per noi è importante raggiungere per diversi motivi, il secondo è ritrovare noi stessi, conoscere la nostra persona a fondo, riscoprire il nostro io interiore. 
Il cammino che Harold Fry intraprende sarà un pellegrinaggio vero e proprio, perché il motivo che lo spinge a partire è esterno (non un luogo, ma una persona in questo caso, la sua cara amica Queenie Hennessy), ma quello che succederà dentro di lui stravolgerà per sempre la sua vita. Da tranquillissimo pensionato inglese, con la camicia sempre pulita e una vita mediocre e non troppo felice con sua moglie Maureen, si riscopre vivo e capace di prendere in mano la sua esistenza, di fare qualcosa che nessuno poteva aspettarsi da lui. 
Harold Fry, durante il cammino, incontrerà moltissime persone con le quali avrà interessanti scambi d’opinione, che gli permetteranno di “crescere” e “maturare” più di quanto non avesse fatto fino a quel momento. Interessante anche lo sviluppo del rapporto con la moglie Maureen: nel libro, l’autrice ci narra in punta di piedi i loro primi incontri, il loro matrimonio, la nascita di loro figlio e la lenta ma inesorabile discesa da innamoratissimi a quasi estranei. Il viaggio servirà anche a loro come coppia per ritrovarsi completamente.
La storia è davvero un inno all’amore, all’amicizia e ai sogni: è un libro sussurrato, senza particolari colpi di scena (tranne uno in particolare che mi ha davvero stupito perché non me lo aspettavo per niente!), ma che ti rimane dentro e ti colpisce con una forza dolcissima.

                                           
A CHI LO SUGGERISCO?
-A lettori adulti, non necessariamente esperti: il libro è scritto con uno stile scorrevole e d’immediata comprensione.
-A tutti coloro che adorano i viaggi e credono che possano cambiare la vita (consigliato anche "Un luogo chiamato libertà").
-A chi ha voglia di leggere qualcosa che sia profondo, senza risultare un “mattone”. Se invece i libri più complicati non vi spaventano, ma vi piace emozionarvi nella lettura, vi consiglio “L’eleganza del riccio”.

CURIOSITÀ
-Il libro si apre con una citazione del libro “Il pellegrinaggio del cristiano” di John Bunyan, edito nel 1678, ma molto indicata per aprire il racconto di Harold Fry:

Colui che il vero coraggio vuole trovare,
venga qui, dunque.
Qui sarà tenace
che ci sia il vento oppur la tempesta.
Non c’è scoramento,
che lo farà mai pentire
del suo primo, dichiarato intento
d’esser pellegrino.

DA LEGGERE CON.. un fazzoletto a portata di mano!

mercoledì 7 gennaio 2015

Recensione: La cucina degli ingredienti magici

“Non c’è due senza tre. Mio padre muore. Mia madre muore. Poi c’è il funerale. Per alcuni potrebbe trattarsi di un’unica tragedia. Non per me. Il cimitero è la parte più facile. Una voce suadente, le bare che vengono chiuse, e io posso starmene lì impalata come se non ci fossi.” (prime righe del libro).

AUTRICE: Jael McHenry (traduzione di Elisabetta De Medio)
EDITO DA: Corbaccio
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2011
ACQUISTATO DA: Mondadori
GENERE: Romanzo, Cucina
NUMERO DI PAGINE: 276
COSTO: € 15,00

Qualche informazione sull’autrice
Jael McHenry ha studiato a Washington dove ha conseguito un master in scrittura creativa. Giornalista e cuoca appassionata, scrive su numerose riviste fra cui la North American Review, l’Indiana Review e la Graduate Review dell’American University. Vive a New York, e tiene un blog di cucina frequentatissimo.

Trama
Dopo l’improvvisa scomparsa dei genitori, Ginny, una ventiseienne riservatissima e patologicamente timida, cerca consolazione fra le ricette di famiglia. Da sempre cucinare è per lei una scappatoia quando non riesce a reggere l’angoscia, ma questa volta il profumo della zuppa della nonna fa apparire in cucina un ospite inatteso: il fantasma della nonna stessa, morta vent’anni prima, che le sussurra una frase sibillina: “ Non permetterglielo!”. Un ammonimento che la mette in allarme: la nonna si riferiva forse alla sorella di Ginny, Amanda, che vuole vendere la casa in cui hanno vissuto fino a quel momento?  Ginny, rassegnata all’idea di trasferirsi, comincia a radunare le cose a cui tiene di più e scopre dei segreti sepolti negli angoli più remoti della casa. Desiderosa di scoprire la verità, pensa di trovarla nelle parole dei suoi cari richiamandone i fantasmi attraverso le ricette da loro ereditate.

deborasenzah copertina la cucina degli ingredienti magici
Opinioni
Ho letto questo libro tempo fa. L’avevo visto sugli scaffali della libreria, ma ne avevo rimandato l’acquisto (avevo una luuuunga fila di libri da finire, prima di acquistarne uno nuovo). Poi, appena ne ho avuto modo, sono ritornata e l’ho acchiappato velocissima. Non so perché, ma mi ha conquistata subito: la copertina, il titolo, la trama.. tutto mi attirava. Una volta terminata la lettura, ne ero affascinata: le mie aspettative non erano state deluse. Sicuramente il libro non è un capolavoro (bisogna anche considerare il fatto che è un romanzo d’esordio, nonostante l’autrice sia una giornalista di professione), ma l’ho trovato ben scritto, scorrevole, piacevole, diverso dal solito.
All’inizio di ogni capitolo c’è una ricetta completa con ingredienti e procedimento; oltre ad essere una soluzione carina che attira consensi da chi ama cucinare, serve anche per lo svolgimento della trama. Infatti, Ginny richiama i fantasmi dei suoi cari tramite le ricette scritte da loro stessi.
Il libro è interessante anche per chi è incuriosito dai personaggi problematici: Ginny è affetta da una timidezza patologica, e, nonostante nel libro la parola autismo non venga mai espressa, credo che sia affetta da una particolare forma di quella malattia. Tiene un “quaderno della normalità”, una specie di diario che serve per calmarla e di tirare il filo della situazione; il personaggio di Ginny mi ricorda quello di Christopher nel libro “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte”.
Navigando nel libro, troviamo mescolati tanti elementi che contribuiscono a renderlo così speciale: crescita personale, affetti familiari e problematiche che ne derivano, speranza, magia, dramma.. fino a giungere alla conclusione, che da una parte mi ha stupito e quasi commosso, ma dall’altra forse un po’ deluso, perché l’ho trovata quasi frettolosa. In qualunque caso, ne consiglio vivamente la lettura: io l’ho divorato in pochi giorni!

Il mio voto

A CHI LO SUGGERISCO?
-A tutti i lettori, esperti e non: il libro è scorrevole e piacevole da leggere.
-A coloro che amano pasticciare e creare in cucina.
-A tutti quelli che si interessano di problematiche come l’autismo e amano vedere il mondo dal punto di vista delle persone che ne sono affette.

CURIOSITÀ
-Come già accennato prima, quasi ogni capitolo si apre con una ricetta che potrebbe benissimo essere preparata nella nostra cucina (io non ho mai provato, sono proprio negata in questo campo)

DA LEGGERE CON.. una cioccolata calda con una super spruzzata di panna montata!