“Alice della Rocca odiava la scuola
di sci. Odiava la sveglia alle sette e mezzo del mattino anche nelle
vacanze di Natale e suo padre che a colazione la fissava e sotto il
tavolo faceva ballare la gamba nervosamente, come a dire su,
sbrigati. Odiava la calzamaglia di lana che le pungeva sulle cosce,
le muffole che non le lasciavano muovere le dita, il casco che le
schiacciava le guance e puntava con il ferro sulla mandibola e poi
quegli scarponi, sempre troppo stretti, che la facevano camminare
come un gorilla.” (prime righe del libro)
AUTORE: Paolo Giordano
EDITO DA: Mondadori
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2008
ACQUISTATO DA: Mondadori
GENERE: Romanzo, Drammatico
NUMERO DI PAGINE: 304
COSTO: €18,00
Qualche informazione sull’autore
Paolo Giordano è nato a Torino nel
1982. È laureato in fisica teorica e lavora presso l’università
con una borsa di dottorato. “La solitudine dei numeri primi” è
il suo primo romanzo, che ha vinto numerosi premi, come il premio Strega e il premio Campiello.
Trama
Alice ha sette anni e odia la scuola di
sci. È una mattinata nebbiosa e in cima alla seggiovia si separa dai
compagni, li perde di vista e, nel tentativo di tornare a valle da
sola, cade in un dirupo e si spezza la gamba. Incapace di muoversi,
si chiede se i lupi ci sono anche d’inverno. Mattia è un ragazzino
intelligente, con una gemella ritardata, Michela, ed è preso in giro
dai suoi compagni di classe a causa della sorella. Un giorno, un
amico li invita entrambi alla sua festa di compleanno, e Mattia
lascia la sorella in un parco, con la promessa di tornare dopo a
prenderla. Michela non verrà mai più ritrovata. Questi due episodi
dalle conseguenze irreversibili, segneranno per sempre la vita di
Alice e Mattia. Le loro esistenze si incroceranno, e i due ragazzi
capiranno di essere strettamente uniti ma anche divisi, come due
numeri primi gemelli; numeri vicini, ma mai abbastanza per toccarsi
davvero.
Un libro da leggere, toccante e scritto in modo
lucido da Giordano, che sa mettersi con maestria nei panni dei
personaggi. Il libro si apre con l’incidente che turberà per tutta
la vita Alice, e subito dopo segue quello di Mattia. I due sono
bambini, e il libro si snoderà in tutte le fasi della loro
esistenza, fino alla vita adulta.
Il romanzo si snoda su un’emozione ben precisa, riportata anche nel titolo: la solitudine. Mette in luce come questa si insidi nei personaggi, come li tormenti, come non li abbandoni mai e come ritorni in ogni scelta quotidiana.
“La solitudine dei numeri primi” è un libro facile da leggere (la scrittura è semplice, veloce), ma difficile, anzi, difficilissimo da digerire.
Non ha un lieto fine, e quindi i personaggi non hanno un riscatto, divorati dal destino. È un romanzo duro, che narra di problematiche familiari dapprima e sociali poi, ma realistico, crudo, vero. Un libro che ti rimane incollato addosso per tanto tempo, difficile da dimenticare.
Il romanzo si snoda su un’emozione ben precisa, riportata anche nel titolo: la solitudine. Mette in luce come questa si insidi nei personaggi, come li tormenti, come non li abbandoni mai e come ritorni in ogni scelta quotidiana.
“La solitudine dei numeri primi” è un libro facile da leggere (la scrittura è semplice, veloce), ma difficile, anzi, difficilissimo da digerire.
Non ha un lieto fine, e quindi i personaggi non hanno un riscatto, divorati dal destino. È un romanzo duro, che narra di problematiche familiari dapprima e sociali poi, ma realistico, crudo, vero. Un libro che ti rimane incollato addosso per tanto tempo, difficile da dimenticare.
Il mio voto
A CHI LO SUGGERISCO?
-Lettori adulti, non necessariamente
esperti
-A coloro che amano le storie
realistiche e tormentate (da leggere assolutamente, se vi piace il genere, "Il messaggio segreto delle farfalle")
-A chi vuole qualcosa su cui riflettere
-A chi piacciono le storie con protagonisti problematici, a cui consiglio anche la lettura de "lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte."
-A chi piacciono le storie con protagonisti problematici, a cui consiglio anche la lettura de "lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte."
DA LEGGERE CON.. la consapevolezza che
non tutte le storie possano avere un lieto fine, e che la maggior
parte delle volte nella vita succede proprio così. Se siete lettori disillusi, però avete voglia di qualcosa di un meno duro, date un'occhiata a "L'armadio dei vestiti dimenticati".
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