venerdì 26 dicembre 2014

Recensione: Il segreto della collana di perle

“Passi. Pesanti. Lenti. Decisi. Proprio come lui. Passi lungo il corridoio, che impediscono alla domestica di arrivare prima di lui. La porta che si apre. Chiudi gli occhi, dice la vocina nella testa di Louisa, mentre lei fa scivolare il blocco da disegno sotto il cuscino. Fai finta di dormire. È dunque questo, quel che deve fare una sposa, il mattino dopo? Ora avverte il suo respiro, sa di tabacco. Lo sente inginocchiarsi accanto al suo letto mentre la pioggia primaverile picchietta dolcemente contro i vetri, là fuori”. (prime righe del libro)

AUTRICE: Jane Corry (traduzione di Stefania Di Natale)
EDITO DA: Newton Compton editori
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2012
ACQUISTATO DA: Autogrill vicino a Firenze
GENERE: Romanzo, Drammatico, Storia
NUMERO DI PAGINE: 428
COSTO: € 5,90

Qualche informazione sull’autrice
Jane Corry è una scrittrice inglese. Si è laureata in lettere, ed è sempre stata affascinata dalla storia. Fin da piccola si è nutrita dei racconti riguardanti il passato della sua famiglia. Jane ha pubblicato molti libri sotto vari pseudonimi, ma questo è il suo primo romanzo storico.  Collabora con diversi giornali inglesi, tra cui il “Times” e il “Daily Telegraph”.

Trama
Caroline riceve in eredità una collana di perle, un dono che si tramanda da generazioni tra le donne della sua famiglia. Decisa a staccare la spina per un po’, per lasciarsi alle spalle la crisi che sta vivendo con il marito, si rifugia in una casa sul mare. Qui, immersa nella pace e nella tranquillità, inizia a fare ricerche per ricostruire la storia delle sue antenate. Grazie ai diari di nonna Rose e alle lettere private di sua madre Helen, Caroline scopre vicende femminili molto diverse tra loro eppure segnate da errori e difficoltà comuni, soprattutto nelle relazioni sentimentali. Le vite delle tre donne sono legate da un filo rosso, la collana di perle. Riuscirà Caroline a sottrarsi a un destino che sembra già segnato?

copertina libro il segreto della collana di perle
Opinioni
Di questo libro ho apprezzato il genere storico, ma non mi è piaciuto come Jane Corry sviluppa la vicenda. L’autrice conosce a fondo la storia passata, tanto che sembra di sprofondare nell’epoca che ci viene raccontata con dovizia di particolari. Il volume, infatti, si snoda per un secolo, dagli inizi del Novecento ai giorni nostri. C’è un’alternanza di capitoli: l’autrice ci fa conoscere tre donne, Rose, Helen e Caroline, e ci riporta continuamente avanti ed indietro nel tempo, facendoci conoscere le loro vite, le loro abitudini e i loro pensieri. Ne escono tre profili totalmente diversi, ma legati da un fil rouge, una collana di perle, che si tramanda da generazione in generazione e che Rose ha donato a sua figlia Helen e quest’ultima ha lasciato a Caroline. Su questa base interessante, l’autrice ci racconta una storia che però fatica a convincermi. Sicuramente lenta e a tratti noiosa, mi è sembrata anche un po’ inquietante e cupa: sono di più i funerali e le lacrime che le nascite e i sorrisi. Se siete giù di morale, questo libro non fa sicuramente per voi! La fine non mi è piaciuta, ha preso una direzione irreale che proprio non ha nulla a che fare con il resto del libro!

Il mio voto

A CHI LO SUGGERISCO?
-A lettori adulti ma non necessariamente esperti.
-A chi piace la storia e i salti indietro nel tempo.

DA LEGGERE.. solo se non siete ipocondriaci!


martedì 16 dicembre 2014

Recensione: La verità sul caso Harry Quebert

Il giorno della scomparsa (sabato 30 agosto 1975)
“Centrale di polizia, qual è il suo problema?”
“Mi chiamo Deborah Cooper, abito in Side Creek Lane. Credo di avere appena visto una ragazza inseguita da un uomo nella foresta.”
“Cos’è successo esattamente?”
“Non lo so! Ero affacciata alla finestra, stavo guardando verso la foresta, e a un certo punto ho visto questa ragazza correre in mezzo agli alberi. Dietro di lei c’era un uomo… Credo che stesse cercando di sfuggirgli”. (prime righe del libro).

AUTORE: Joël Dicker (traduzione di Vincenzo Vega)
EDITO DA: Bompiani
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2012
ACQUISTATO DA: libreria in un ipermercato Coop
GENERE: Giallo, Mistero, Romanzo
NUMERO DI PAGINE: 775
COSTO: € 14,00

Qualche informazione sull’autore
Joël Dicker è nato a Ginevra nel 1985. La verità sul caso Harry Quebert è il suo secondo romanzo. Ha ottenuto il Grand Prix du roman de l’Académie Française 2012 e il Prix Goncourt des lycéens 2012. Il libro è in corso di traduzione in oltre 25 paesi.

Trama
Estate 1975. Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni, scompare misteriosamente nella tranquilla cittadina di Aurora, New Hampshire. Le ricerche della polizia non danno alcun esito. Primavera 2008, New York. Marcus Goldman, giovane scrittore di successo, sta vivendo uno dei rischi del mestiere: è bloccato, non riesce a scrivere una sola riga del romanzo che da lì a poco dovrebbe consegnare al suo editore. Ma accadde qualcosa di imprevisto: Harry Quebert, uno degli scrittori più stimati d’America, viene accusato di aver ucciso Nola Kellergan. Il cadavere della ragazza viene infatti ritrovato nel giardino della sua villa a Goose Cove. Marcus Goldman abbandona tutto e va nel New Hampshire per condurre la sua personale inchiesta. Dopo oltre trent’anni, deve dare risposta a una domanda: chi ha ucciso Nola? E, naturalmente, scrivere un romanzo di grande successo.

copertina libro La verità sul caso Harry Quebert
Opinioni
Credo che questo sia il mio libro dell’anno!! Non esagero se dico che ne ho completato la lettura in poco più di una settimana (ricordo che il libro ha 775 pagine). Nonostante fosse il secondo romanzo di Joël Dicker, non conoscevo questo giovane autore, e ne sono rimasta particolarmente colpita. Mi piace molto il suo stile di scrittura, è pulito, lineare, chiaro.
Il libro è un giallo con la G maiuscola: ti rapisce, è difficile da smettere di leggere! Una volta chiuso, continui a rimurginare per capire quale potrebbe essere la soluzione al mistero. Il volume fa dei salti temporali: ci porta continuamente avanti e indietro nel tempo, passando da Aurora nel 2008 a quella del 1975. L’autore, in questo modo, ci fa conoscere i vari personaggi: è solo continuando nella lettura che si ha un quadro completo di questi. Dicker ne fa una descrizione talmente accurata che ad un certo punto ci si dimentica che si sta leggendo un romanzo: sembra che la storia sia realmente accaduta e che i personaggi siano reali.

Un’altra cosa che mi ha molto colpita è il fatto che fino alla fine non sia possibile districarsi nel mistero e quindi la lettura diventa entusiasmante: appena si risolve una questione, se ne apre un’altra, in un via vai di colpi di scena serrati.

Ho apprezzato molto anche il fatto che non sia rimasto nulla in sospeso: spesso, nei romanzi gialli così intricati e lunghi, alla fine qualcosa sfugge all’autore e non si risolvono pienamente alcuni misteri minori, problematica che non ho riscontrato in questo stupendo romanzo.

Ne sono rimasta affascinata: leggetelo, leggetelo, leggetelo!

Il mio voto

A CHI LO SUGGERISCO?
-A lettori adulti, esperti e non: nonostante il libro sia molto lungo, non è complicato.
-A chi ama i libri gialli che non lascino nulla al caso.
-A chi adora ragionare su un mistero (se vi ritrovate in questa descrizione, leggete anche “Il simbolo perduto”)

CURIOSITÀ
-Il libro non segue un filo temporale: i capitoli spaziano dal presente al passato. In qualunque caso, il libro non perde in chiarezza: l’autore riporta continuamente i riferimenti di anni e date, permettendo ai lettori di non confondersi.
-Prima di ogni capitolo, l’autore riporta i discorsi tra Marcus Goldman, quando era allievo di Harry Quebert, e di quest’ultimo: i due discutono e, capitolo dopo capitolo, il secondo insegna al primo i 31 consigli per diventare uno scrittore di successo.
-I capitoli partono dal 31 e arrivano all’1, quindi sono in ordine decrescente (un altro libro che ho letto che ha una numerazione particolare dei capitoli è “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte”).

DA LEGGERE.. tutto d’un fiato!!!!


giovedì 11 dicembre 2014

Recensione: Passione vintage

Blackheath, 1983
… Diciassette, diciotto …diciannove…venti! Chi c’è c’è, chi non c’è non c’è!” urlo. Scopro gli occhi e inizio a cercare. Comincio dal piano di sotto, aspettandomi quasi di trovare Emma rannicchiata dietro il divano del salotto, o incartata come una caramella nelle tende color cresimi, o accovacciata dietro il pianoforte a mezza coda. La considero già la mia migliore amica, sebbene ci conosciamo solo da sei settimane.” (prime righe del libro).

AUTRICE: Isabel Wolff (traduzione di Alessia Donin)
EDITO DA: leGGereditore
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2011
ACQUISTATO DA: mi è stato prestato da una collega!
GENERE: Romanzo, Romanzo rosa
NUMERO DI PAGINE: 390
COSTO: € 9,00

Qualche informazione sull’autrice
Isabel Wolff è un’autrice molto affermata in Inghilterra e nel mondo. Vive a Londra, con il marito e i due figli. Prima di diventare scrittrice, è stata una giornalista. Ha scritto sette romanzi, tutti best seller di grande successo, tradotti in venti Paesi. Passione Vintage ha segnato una svolta nella sua carriera.

Trama
Un cappello di paglia è tutto ciò che a Phoebe rimane della sua amica Emma. E da quell’accessorio, decide di ricominciare a vivere, licenziandosi da Sotheby’s per aprire una boutique di vestiti vintage. Farà la conoscenza di Thérèse Bell, un’anziana signora francese, che ha una straordinaria collezione di capi vintage; tra gli altri, un misterioso cappottino azzurro. Le due donne stringono una profonda amicizia, unite da un vissuto comune che impedisce loro di riconciliarsi con il proprio passato. Quella che Phoebe scopre è una storia che la porta indietro, ai giorni della Francia occupata e alla crudeltà delle leggi razziali. E quando Thérèse le confessa che le mancano pochi giorni di vita, Phoebe cercherà di aiutarla ad affrontare i fantasmi della sua infanzia. Così facendo potrà dare una svolta alla sua vita e, forse, innamorarsi di nuovo…

copertina libro Passione Vintage
Opinioni
Un libro da leggere se cercate qualcosa di leggero, non troppo impegnato, ma che saprà rimanervi dentro. È un volume emozionante, nonostante la storia narrata non sia troppo filosofica o complicata. Mi è piaciuto molto. Se avete interesse per la moda, e in particolare vi incuriosiscono gli abiti vintage, questo libro fa per voi: tantissimi i riferimenti a capi antichi, anche con descrizioni più o meno dettagliate della maison che li ha prodotti, del taglio, dei particolari e del materiale di questi.

“Passione vintage”, però, fortunatamente non si ferma qui: l’autrice è brava a costruire un paragone tra Phoebe e l’anziana signora Bell (questo paragone mi ricorda quello tra Eeva e Anna nel libro “L’armadio dei vestiti dimenticati”). Le due donne si conoscono, stringono amicizia nonostante la differenza d’età e sapranno affrontare i loro più grandi fantasmi. Entrambe convivono con un senso di colpa profondo, che le sta affondando e non permette loro di vivere la vita così come vorrebbero. Phoebe aiuta Thérèse a liberarsi di questo peso, e nello stesso momento, farà con sé stessa la medesima cosa. Interessante anche i particolari che ci riportano indietro nel tempo, quando la signora Bell era solo una bambina e viveva durante le persecuzioni razziali. Il libro narra anche di una storia d’amore, ma non svelo nulla per non rovinarvi la sorpresa!

Di facile lettura, veloce ma profondo: in una parola, da leggere assolutamente!

Il mio voto

A CHI LO SUGGERISCO?
-A lettori adulti, esperti e non.
-A chi piace la moda e gli abiti, soprattutto quelli vintage.
-A chi vuole leggere qualcosa di emozionante, ma leggero.

DA LEGGERE CON.. la consapevolezza che a volte, la vita, ci riserva seconde possibilità.

mercoledì 3 dicembre 2014

Recensione: Il messaggio segreto delle farfalle

“Fui colta alla sprovvista dalla sentenza del medico: “Devi essere operata”. Ero come paralizzata mentre, con voce rotta e impaurita, gli domandavo: “Ma dopo recupererò la mia voce naturale?”. Il medico, non volendo deludermi, rispose: “Non del tutto.. per lo meno per i primi mesi, poi migliorerà”. Tacqui.” (prime righe del libro).

AUTRICE: Laila al-Uthman (traduzione di Valentina Colombo)
EDITO DA: Newton Compton editori
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2008 (2011 in Italia)
ACQUISTATO DA: Mondadori
GENERE: Romanzo, Drammatico
NUMERO DI PAGINE: 251
COSTO: € 9,90

Qualche informazione sull’autrice
Laila al-Uthman nasce in Kuwait nel 1945. Inizia a scrivere negli anni Sessanta occupandosi dapprima di questioni sociali, collegate alla condizione della donna nel proprio Paese, per poi pubblicare nel 1976 la prima raccolta di racconti. I contenuti dei suoi romanzi, molto provocanti per il contesto in cui vive, l’hanno portata persino in tribunale per oltraggio alla religione. Da quest’ultima esperienza ha tratto un romanzo autobiografico. È anche un’attivista coraggiosa, che ha contribuito in maniera sostanziale al conseguimento del diritto di voto per le donne kuwaitiane.

Trama
Nadia è la figlia di un kuwaitiano e di una siriana, ha diciassette anni ed è pronta a spiegare le sue giovani ali: vuole frequentare l’università, innamorarsi e diventare protagonista della propria vita e della proprie scelte. Ma la sua famiglia ha già deciso per lei, rispettando le ferree regole della tradizione: dovrà sposare un uomo molto più vecchio, con altri matrimoni alle spalle e figli a carico. Per quattro anni, Nadia rimarrà prigioniera di quest’uomo dispotico, umiliata. Tuttavia, la ragazza rifiuta di soccombere al dolore e non rinuncia a lottare, perché il desiderio di libertà che è in lei non può essere messo a tacere.

copertina libro il messaggio segreto delle farfalleOpinioni
È uno di quei libri da leggere solo se avete pelo sullo stomaco. È crudo, forte, realistico. Sicuramente, da qualche parte nel mondo, una ragazza ha subito, subisce o subirà la sorte di Nadia, stupenda diciassettenne con tutta la vita davanti, ma che si trova le sue ali da giovane farfalla spezzate da un destino terribile e da una tradizione disumana.

Le prime pagine sono uno shock. Inizialmente, non sapevo se continuare a leggere; poi ho capito che volevo andare fino in fondo. Il senso di ripugnanza e di odio che si prova contro i genitori di Nadia è fortissimo; mi sono chiesta per tutto il libro come fosse possibile che chi ti mette al mondo possa preferire avere una vita di agi e ricchezze (il matrimonio è servito alla famiglia della ragazza proprio per questo), che una figlia felice e realizzata. Il personaggio del vecchio marito è altrettanto terribile, si macchia di reati orribili come pedofilia e sequestro di persona (Nadia non può uscire dal palazzo dove vive), senza che nessuno se ne renda conto. Quello che mi ha permesso di finire il libro è unicamente il forte messaggio di coraggio e voglia di libertà della protagonista, che però purtroppo non potrà avere un riscatto. 

Questo romanzo mi ha dato molto da pensare. Ho creduto che fosse “troppo”: troppo duro, troppo esagerato, troppo brusco, troppo drammatico. Anche adesso credo sia troppo, ma purtroppo, solo troppo veritiero.

Il mio voto

A CHI LO SUGGERISCO?
-Assolutamente lettori adulti ma non necessariamente esperti.
-A chi piacciono i libri forti e duri. Se vi piacciono i libri con queste caratteristiche, leggete anche “La solitudine dei numeri primi” (anche se, ovviamente, “Il messaggio segreto delle farfalle" è decisamente più crudo).
-A chi vuole farsi un’idea della condizione della donna in certi Paesi.

DA LEGGERE CON.. rispetto.



lunedì 1 dicembre 2014

Recensione: L’armadio dei vestiti dimenticati

“Una donna correva verso di lui. Martti l’aveva vista in sogno molte volte. Lei era sul punto di dire qualcosa, ma lui non riusciva a percepire le sue parole, si svegliava sempre un attimo prima di comprenderle. Accadde così anche quella volta e, ormai sveglio, andò con lo sguardo all’orologio poggiato sul comodino.” (prime righe del libro).

AUTRICE: Riikka Pulkkinen (traduzione di Delfina Sessa)
EDITO DA: Garzanti
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2012
ACQUISTATO DA: Mondadori
GENERE: Romanzo
NUMERO DI PAGINE: 308
COSTO: € 9,90

Qualche informazione sull’autrice
Riikka Pulkinnen è nata nel 1980 a Tampere, Finlandia. Il suo romanzo di debutto, “La promessa del plenilunio”, è stato accolto come uno dei migliori romanzi finlandesi del 2006. Con “L’armadio dei vestiti dimenticati” ha raggiunto il grande successo; è uno dei libri più venduti in Finlandia, che ha permesso alla Pulkinnen di scalare le classifiche dei bestseller in patria e diventando un’autrice nota e pubblicata in tutto il mondo.

Trama
La stanza è invasa dalla polvere e dalla luce. Sono passati anni, ma a casa della nonna Elsa non è cambiato nulla: la bambola, il cavallo a dondolo e poi il vecchio armadio. Ad Anna basta aprirlo per tornare bambina, quando giocava con la nonna a vestirsi da grande. Gli abiti ci sono ancora tutti, anche se ne trova uno che non ricorda, con uno stile molto diverso da quello della nonna. Anna lo prova, la nonna la vede e capisce che è giunto il momento. Ora che le rimangono pochi giorni di vita, non può più mentire; lo deve alla nipote, ma soprattutto a sé stessa. Deve confessare di chi è quell’abito, pronunciare quel nome: Eeva. Un nome che Anna non conosce, di una donna dimenticata e di cui non ci sono fotografie. Spetta ad Anna comprendere il suo segreto, tornando indietro a un tempo antico, a uno storia di perdono, di tradimento e di bugie.

copertina libro L'armadio dei vestiti dimenticati
Opinioni
Quando ho visto la copertina, mi aspettavo un libro totalmente diverso.  È vero, esiste un armadio con un vestito dimenticato, ma pensavo che il libro si snodasse più su quest’argomento, semmai aggiungendo elementi magici/surreali, invece no.

Il vestito è solo un pretesto  per scrivere una storia bella, commovente e malinconica, assolutamente realistica. 

È anche una metafora, che indica gli scheletri nell’armadio che ognuno di noi tiene nascosti al sicuro. Inizialmente, non mi aveva preso molto, perché è scritto con uno stile un po’ particolare: la scrittura è intima, delicata, sembra quasi di entrare di soppiatto nella stanza per ascoltare i discorsi e conoscere la vita dei personaggi. Questi ultimi sono ben delineati, anche se si impara a conoscerli procedendo nella lettura, perché man mano che si va avanti, si aggiungono elementi nuovi ed interessanti. Ci sono dei capitoli scritti nel presente, che raccontano la vicenda della nonna Elsa, che è una malata terminale, e altri scritti da Eeva, quindi provenienti dal passato, che ci fanno capire chi è questa donna, e come il suo nome si leghi indissolubilmente agli altri personaggi.

Ho particolarmente amato il paragone tra Anna e Eeva (paragone simile lo trovate anche tra Phoebe e Thérèse nel libro "Passione vintage"): le due donne sono simili, e la storia della seconda ha aiutato la prima a comprendere meglio la propria vita. 

Sono proprio le donne le protagoniste assolute del libro, che si giostrano nei mille ruoli che l’esistenza fa interpretare loro. L’unico personaggio maschile rilevante è Martti: la sua voce si sente poco, anche se effettivamente è il perno del libro. Il finale mi ha fatto piangere, nonostante non sia chiarissimo, è come se l’autrice lasciasse aperto uno spiraglio, quasi non volesse finire la vicenda.

È uno di quei libri da leggere soprattutto se vi piacciono le storie non comuni, delicate e toccanti (se cercate queste caratteristiche in un volume, vi consiglio vivamente anche L'eleganza del riccio).

Il mio voto


A CHI LO SUGGERISCO?
-Lettori adulti e non necessariamente esperti
-A chi piacciono le storie malinconiche, commoventi, disilluse. A chi si ritrova in queste caratteristiche, consiglio anche la lettura de “La solitudine dei numeri primi”.
-A chi non si scoraggia se l’inizio non ingrana subito, ma preferisce continuare a leggere senza gettare la spugna.

DA LEGGERE.. in punta di piedi, con rispetto.